18 persone, tra cui due veterinari, sono state rinviate a giudizio a Marsiglia con l’accusa di essere coinvolte in una vasta rete di traffico illegale di cavalli in tutta Europa, che avrebbe fornito carne di cavallo non adatta al consumo umano a grossisti e macellai.
La denuncia è partita diversi anni fa dalla proprietaria di un cavallo sparito nel nulla, ma in realtà finito in mattatoio: quando Aline Oudin era stata costretta a trovare una nuova casa per il suo amato cavallo sauro di 28 anni Ténor du Pluvinage, aveva pubblicato un annuncio chiedendo se qualcuno potesse offrirgli una buona sistemazione per i suoi ultimi anni.
All’annuncio aveva risposto un uomo dicendo che stava cercando una compagnia per la giovane cavalla che aveva comprato a sua figlia: così Aline gli aveva fatto portare via il cavallo, con la promessa di poterlo visitare regolarmente. Una storia del tutto simile a quelle da noi investigate e documentate in Italia, anche con LE IENE e con SKY TG24 (vedi link in fondo)
“È successo tutto molto rapidamente. Non ho avuto il tempo di pensare. Al signore piaceva Ténor e gli ho dato fiducia… Ero molto angosciata per il fatto di dovermi separare dal mio compagno di 23 anni”, dichiarò in seguito Aline. “Vedendomi in lacrime, l’uomo mi ha confortato e mi ha assicurato che il mio cavallo sarebbe stato ben curato e che sarei potuta andare a trovarlo quando volevo“. La sera stessa mi ha telefonato per dirmi che il viaggio era andato bene. Ma tutte le volte che ho provato a richiamarlo, scattava la segreteria telefonica o era disconnesso”.
Aline pubblicò appelli e annunci per cercare di scoprire cosa fosse successo al cavallo: mesi dopo scoprì che era stato macellato. Oltre a essere dichiarato non macellabile sul passaporto, quel cavallo aveva ricevuto trattamenti farmacologici (antiparassitari e antinfiammatori) che ne rendevano le carni estremamente pericolose per il consumo umano.
Questa storia è probabilmente solo una tra centinaia o migliaia. Dopo lunghe indagini durate nove anni, infatti, la giustizia francese mette oggi alla sbarra 18 persone provenienti da Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Spagna, che avrebbero comprato e venduto migliaia di cavalli da tiro e da corsa in pensione, e persino pony, trasportandoli in Belgio, dove gli sarebbero stati fatti documenti di identificazione e di tracciabilità falsi prima di essere rispediti ai macelli nel sud della Francia.
L’accusa è di frode nell’ambito di un’attività criminale organizzata per la fornitura di merci false e ingannevoli che possono costituire un pericolo per la salute umana: rischiano fino a 10 anni di carcere se condannati.
L’avvocato di uno dei veterinari coinvolti attribuisce la responsabilità del coinvolgimento del suo cliente alla confusione di regole europee che sono incredibilmente complesse, dichiarando: “Anche se ammetto che non può essere piacevole sapere che il proprio cavallo è finito al macello, a priori nessuno è morto avvelenato”.
(fonte: The Guardian)