Domenica 29 ottobre, con inizio alle ore 14.00, il mondo dell’ippica accenderà i riflettori sull’Ippodromo Capannelle che ospiterà il Roma Champions Day, l’appuntamento più atteso dell’autunno capitolino, ribattezzato a ragione “la grande festa del turf italiano”.
Un programma, quello messo a punto da Hippogroup Roma, di straordinario spessore tecnico e spettacolare, quanto di meglio si possa proporre agli appassionati. Un concentrato di spettacolo, emozioni, qualità, prestigio e valenza tecnica che farà palpitare il numeroso pubblico atteso sulle gradinate dello storico impianto romano.
Il Roma Champion Day è il summit autunnale per eccellenza, tra le giornate più complete dell’intero anno ippico, ragion per cui tutti gli appassionati attendono con trepidazione questo pomeriggio. Ben tre corse di gruppo nel cartellone di domenica 29, vale a dire
il Lydia Tesio, il Premio Roma Italian Champion e il Ribot Memorial Luciani, ma in calendario anche due listed, ovvero il Divino Amore Livermore e il Premio Buontalenta, e per completare la giornata anche un handicap prestigioso, il
Premio Longines Fegentri.
Sei corse, quattro sulla pista grande in erba, una quella dritta sempre in erba, mentre per gli amatori è pronto l’anello all weather. Le distanze andranno dai 1000 ai 2000 metri.
La grande novità di quest’anno è che il Roma Champions Day rilancia e raddoppia con una succulenta appendice in programma domenica 5 novembre, quando l’Ippodromo Capannelle ospiterà un altro convegno di straordinario prestigio. In programma una pattern eccezionale per i due anni sui 1800, il Premio Guido Berardelli, e ben tre listed: il Premio Umbria, per velocisti di due anni e oltre; il Premio Rumon Memorial Daniele Porcu, per due anni sui 1500 metri; e infine il Criterium Femminile Memorial Lorenzo Brogi, per femmine di due anni sempre sui 1500 metri.
ROMA CHAMPIONS DAY – LA STORIA
Due i momenti clou della giornata: il Premio Roma e il Premio Lydia Tesio, entrambe prove di gruppo II internazionale, previste sulla distanza dei 2000 metri della selettiva e affascinante pista grande in erba, con un’entusiasmante dirittura finale di ben 850 metri che spesso regala sorprese.
Il Premio dedicato a Lydia Tesio (gruppo II), la corsa di maggior prestigio – e montepremi – della giornata, è un omaggio a una donna straordinaria. Non fu soltanto la preziosa compagna di vita di Federico Tesio, uno dei geni del ‘900, ma fu l’indispensabile altra metà del Mago di Dormello con la sua estrema e preziosa competenza. Esperta di genealogie, seguiva con attenzione anche tutti gli allenamenti dei cavalli della scuderia famosa in tutto il mondo. Dal sodalizio tra i due coniugi e Mario Incisa della Rocchetta sono nati fuoriclasse immensi come Cavaliere d’Arpino, Donatello, Nearco, Niccolò dell’Arca, Tenerani, Toulouse Lautrec, Botticelli e ovviamente l’immortale Ribot.
La corsa dedicata a Donna Lydia Tesio, riservata alle sole femmine in confronto intergenerazionale sul doppio chilometro, si disputò per la prima volta immediatamente dopo la scomparsa della grande Signora del Turf, anno 1968, e vide primeggiare Atala, per i nobili colori della scuderia Fert. In oltre mezzo secolo, tutte le grandi scuderie italiane e molte tra le più titolate europee hanno inciso il loro nome nell’albo d’oro della corsa, così come anche campionesse del calibro di Dudinka, Orsa Maggiore, Zabarella, Friendswood, Right Bank, Miss Secreto, Lara’s Idea, Zomaradah. L’ultima trionfatrice della corsa regina dell’autunno è stata Romagna Mia, brava a precedere d’un soffio Basilea, laureata dell’anno precedente.
Il Premio Roma (altro gruppo II) ha una storia importante e particolare che affonda le sue radici nel tempo, vista che la prima edizione è datata 1911 con Dedalo primo vincitore. Da allora tanti nomi prestigiosi hanno impreziosito il luccicante albo d’oro della corsa: Hollebeck, Emanuele Filiberto, Zuccarello, Buonarrota, Grifone, Saccaroa, Tissot, Orsa Maggiore, Duke of Marmalade, Old Country, Welsh Guide (primo a vincere sui 2000) ed ancora Misil, Taipan, Elle Danzig, Rio de la Plata, Skalletti e Cantocorale che è l’ultimo laureato. Il premio, nato come ultima occasione per i fondisti sui 2800 metri, all’inizio degli anni 90 è stato opportunamente portato sui 2000, nel frattempo diventata la distanza di elezione per la selezione mondiale.
Attesissimo anche il confronto intergenerazionale sul miglio, il Premio Ribot-Luciani, corsa di Gruppo 3. Un premio che è insieme punto di arrivo e rampa di lancio verso appuntamenti addirittura a Hong Kong nel mese di dicembre. Negli ultimi trenta anni i nomi prestigiosi dei vincitori Misil, Altieri, Distant Way, Ramonti, Pressing, Worthadd, Kasperski, rappresentano a pieno la valenza significativa di questa corsa. Particolare attenzione anche per le frecce volanti, i velocisti di due anni che si misureranno sul chilometro secco del Premio Divino Amore Livermore (listed).
E sarà grande emozione ancora una volta.
Credito fotografico: Domenico Savi