Nella terza prova e nella prova generale che hanno preceduto il palio del 2 luglio, due cavalli si sono infortunati e i veterinari hanno deciso di escluderli dalla corsa per precauzione.
Vankook, il cavallo della Civetta, è caduto in curva: anche se si è rialzato, successivamente i veterinari lo hanno giudicato non in condizione di correre.
La cavalla Schietta, che doveva correre per la contrada dell’Istrice, si è azzoppata a un posteriore ed è anch’essa stata esclusa dalla corsa.
Il sindaco di Siena ha spiegato la scelta davanti alle telecamere, dicendo che bisogna adeguarsi alle “mutate sensibilità” (che tradotto significa: se quei due cavalli partecipassero al palio e dovessero cadere, l’immagine di Siena ne uscirebbe compromessa). Ma contemporaneamente i contradaioli della Civetta protestavano contro la decisione: per loro il cavallo doveva correre, in barba al parere dei veterinari.
La7 si è sostituita quest’anno alla RAI nell’esibire la diretta del palio e incredibilmente, nel servizio di presentazione andato in onda al TG (diretto da Enrico Mentana) delle 13:30 il 2 luglio, poche ore prima del palio, sdogana le nerbate ai cavalli. Il giornalista Guy Chiappaventi così spiega: “Cavalcano senza sella, i fantini del palio, col nerbo di bue in mano per frustare il proprio cavallo ma anche quello degli altri, e i loro avversari, pagati come rock star: vincere un palio può costare centinaia di migliaia di euro alla contrada”.
Senza ritegno anche il fantino Andrea Coghe che alla domanda: “Cosa faresti per vincere il palio?” risponde senza esitazioni: “Qualsiasi cosa”.
Questa è la cultura che Siena esporta oggi e che La7 manda in onda in diretta televisiva.
Sarà lo stesso Coghe a doversi ritirare dalla corsa quando, durante la mossa tra i canapi, il cavallo Volpino si infortuna e viene giudicato inidoneo a correre. Poco dopo, su una mossa falsa, cade rovinosamente il cavallo Uragano Rosso, ma stavolta a farsi male è il fantino Stefano Piras, portato fuori in barella.