Ci sembra utile riproporre, a seguito della manifestazione “Tutti in carrozza!” svoltasi presso la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, un ampio stralcio dell’articolo pubblicato sul Notiziario 6/2016 a firma del Dott. Marco Lattanzi, che ha anche condotto, il giorno 8 Aprile, una preziosa visita guidata al Padiglione delle Carrozze, allestito all’interno della Tenuta. Cogliamo, quindi, l’occasione per ringraziarLo a nome dell’Associazione per la Sua disponibilità.
L’apertura al pubblico della Tenuta, secondo modalità sperimentate già al Quirinale, ha permesso d’inserire nel percorso di visita artistico il Padiglione delle Carrozze: in questo modo si è potuto concludere il progetto, iniziato nel 2009, del restauro e della valorizzazione delle carrozze conservate presso Castelporziano nell’ambito del più generale progetto conservativo dell’intera collezione. Il Museo delle Carrozze di Castelporziano presenta i carri utilizzati dalla corte per le caccie reali, nonché legni per le passeggiate nei viali della tenuta e mezzi agricoli per il lavoro nei campi. I grandi Break e gli Hunting break erano i carri principali per condurre gli ospiti sui terreni della caccia e di queste tipologie vi sono svariati esemplari nel Padiglione. Inoltre sono presenti anche carri sportivi, solidi e veloci, come i Phaeton e gli Spider-Phaeton.
Fra le carrozze proprie della caccia deve essere menzionato l’Hunting break detto anche Grand break de chasse, il modello più imponente della famiglia dei break, fu realizzato nel 1891 per il Principe di Napoli da Carlo Ferretti e dunque venne trasferito alle Scuderie Reali della città partenopea nel 1898 per poi fare ritorno a Roma nel 1901, all’indomani dell’ascesa al trono di Vittorio Emanuele III. Modello unico nella collezione, la carrozza presenta molti particolari di rilievo, quali la fisionomia del palco del cocchiere, caratterizzata dalla spalliera con rinforzo, il palco posteriore da dove venivano azionati i freni, i vari vani di carico che suggeriscono un utilizzo per percorsi di un certo impegno e gli stemmi sulle portiere e sullo sportello del vano posteriore.
Ugualmente importanti sono i Break wagonette utilizzati per accompagnare gli ospiti nel sito prescelto per la caccia reale e per addestrare i cavalli. L’esemplare esposto fu realizzato da Cesare Sala di Milano nel 1882 per le scuderie fiorentine di Porta Romana alla Pace ed è uno fra i cinque esemplari di Break wagonette ancora presenti nella collezione, dipinto nei colori blu e rosso della Casa Reale. I colori ufficiali della livrea delle carrozze – stabiliti sicuramente sotto il regno di Umberto I – ritornano nello Spider-phaeton del 1903 utilizzato per le passeggiate sportive nelle strade di campagna. Oltre le carrozze adibite alla caccia molti sono i legni usati dalla regina per recarsi ai siti archeologici di Castelporziano o per passeggiate in carrozza accompagnata dalle dame di corte: si tratta sia di Calessi di varie tipologie che di eleganti Vis-à-vis in canna d’India. In questa tipologia di legni spicca l’unico esemplare di Cabriolet presente nella collezione, denominato negli antichi inventari “Ghighem” e del quale esistono fotografie con i Principini alla guida nei giardini del Quirinale, eseguito da Carlo Ferretti ai primi anni del nuovo secolo.
Dei due bellissimi Vis-à-vis in canna d’India intrecciata realizzati fra il 1907 e il 1909 da Ferretti “ … per servizio delle reali principesse” per essere utilizzati in occasione delle gite nella Tenuta di Castelporziano, è presente nel Padiglione quello più tardo. Il restauro ha messo in luce la raffinata eleganza del legno e la squisita tecnica esecutiva impreziosita dalle pregevoli filettature in rosso squillante. Ancora la canna d’India, questa volta dipinta in blu secondo la ‘livrea’ sabauda, contraddistingue l’elegante Duc de dame, acquistato nel 1903 da Carlo Ferretti insieme ad un modello più piccolo “per le somarine”. Il legno viene definito nell’inventario Pony Chaise “grande” ed è contraddistinto dalla presenza del sedile per i grooms. Il Duc de Dame è una carrozza molto raffinata e per questo ebbe una grande diffusione con un tiro a due per le passeggiate pomeridiane. Nella Collezione sono presenti anche i carri da lavoro nei campi e carretti dove si deponevano le prede uccise durante la battuta.
Questi carri erano utilizzati ancora nei primi anni della Repubblica in occasione di battute di caccia organizzate nella tenuta presidenziale per particolari categorie di ospiti come si vede in filmati conservati presso l’Istituto Luce. Per testimoniare il lavoro nei campi svolto nella Tenuta è stato restaurato il Carro agricolo realizzato dalla ditta Macchi di Varese nel 1915: il restauro ha riportato alla luce l’elegante cromia del carro che, seppur ideato per l’uso agricolo, presenta una raffinata e unica colorazione frutto dell’utilizzo di legni diversi e della pittura delle sue parti metalliche. Unico legno della grande fabbrica milanese Crespi è il Governess car, tipico calesse per il trasporto dei bambini da parte della governante che sedeva e guidava i cavalli vicino all’ingresso posto nella parte posteriore del carro per poter controllare i principini. Gli antichi documenti ricordano che il tipo di carrozza che Vittorio Emanuele II utilizzava più di qualsiasi altro era la cosiddetta “polonese”, identificabile con il legno eseguita dalla ditta Casalini di Roma. In una nota manoscritta riportata sull’inventario del 1882 leggiamo infatti che queste “erano le carrozze di cui abitualmente si serviva il Gran Re Vittorio Emanuele II” e l’esemplare ora esposto nel Padiglione “fu l’ultima adoprata in Roma avanti la sua morte” . Deve essere ricordato il bell’esemplare del Duc realizzato da Cesare Sala nel 1891 prevalentemente utilizzato da Umberto I nei suoi soggiorni presso la Reggia di Monza. Il Duc reale viene utilizzato nel corteo di carrozze per accogliere lo zar Nicola II e il suo seguito in visita di Stato a Racconigi dal 23 al 25 di ottobre 1909 e nella quale si determina il cambiamento del complesso gioco delle alleanze nei Balcani fra le grandi potenze europee.
Per quanto non direttamente in relazione alla Tenuta, nel Padiglione è conservata l’elegante Clarence della Regina Madre Margherita. La carrozza venne acquistata nel febbraio del 1886 dalla Ditta Carlo Ferretti di Roma e destinata alle Scuderie da tiro al Quirinale. Dall’inventario sabaudo risulta che il legno venne pagato una cifra di ben L. 4.500. Nell’ottobre del 1908, la carrozza venne acquisita nel patrimonio della Casa della Regina Madre della quale reca le insegne sui lati della cassa con i cordoni dorati oscurati in segno di lutto per la morte del Re. Il legno fu di proprietà di Margherita che ne servì frequentemente – nonostante la sua passione per le più moderne autovetture – come si ricava da testimonianze fotografiche dell’epoca. La carrozza è contraddistinta dall’eleganza attardata della linea caratterizzata ancora dall’arcaica flèche e dalla presenza delle molle a ‘C’ che figurano insieme alle molle ellittiche. Nei primi anni del nuovo secolo una nuova tipologia di carrozze entrò a far parte del patrimonio sabaudo di Castelporziano: si tratta di piccoli calessi e carrozzini per bambini trainati da pony, caprette o anche da cani per il divertimento dei piccoli principi. Nel padiglione sono conservati svariati esempi di questa tipologia di calessi per bambini.
di Marco Lattanzi. Photo Credits: Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica (Matteo Rossi Doria, Giovanni Ricci)