L’ambio è un difetto di andatura del passo?
Innanzitutto ricordiamo la definizione di “ANDATURA”: modalità ciclica ed abituale della locomozione terrestre di un animale.
Ricordiamoci inoltre che il cavallo è, fra i quadrupedi, l’animale più versatile nella selezione e differenziazione delle andature, sebbene le linee di confine tra i diversi movimenti sono spesso definiti arbitrariamente da fattori e parametri allevatoriali e di stile piuttosto che da differenze reali del modo di muovere gli arti. (Hildebrand 1965).
Ogni andatura, ogni movimento, è programmato da uno schema neuro-motorio che ne stabilisce sequenza, tempi, velocità ecc.; è un vero e proprio “programma” che permette il movimento coordinato e ciclico.
La terminologia anglo-sassone è più completa distinguendo tra “PACE” e “AMBLE”. Il pace è un’andatura simmetrica, in due tempi e saltata.
I bipedi laterali si muovono più o meno in sincronia e le fasi di supporto laterale sono separate da una fase di sospensione. Alle velocità estreme si verifica uno sdoppiamento nel movimento dei bipedi e l’andatura si trasforma, di fatto, in un’andatura in quattro tempi (Wilson et al. 1988b).
L’allevamento ha isolato alcune linee di sangue tra i trottatori con maggior attitudine all’ambio; si possono raggiungere velocità superiori ai 48 km/h, un po’ superiori a quelle raggiunte dai trottatori.
L’amble ( l’andatura che ci interessa ) si svolge in quattro tempi, la sequenza è uguale a quella del passo ma ritmo ed esecuzione sono più vicine al pace.
Non è presente tempo di sospensione, il cavallo è più stabile, comodo e più semplice da montare; è un’andatura molto antica, preferita un tempo per i cavalli che dovevano percorrere lunghe distanze perché più dolce, confortevole e facile, sia per il cavallo che per il cavaliere (Harris et coll.1993). Il consumo energetico è inferiore che al passo.
CONCLUSIONE
Non possiamo più, per una questione culturale e di proprietà di linguaggio, definire l’ambio (amble) come una “malattia” del passo. Malattia del passo è la perdita del ritmo della sequenza, termine che secondo me va indicato nelle note e sanzionato di conseguenza.
Questa alterazione della sequenza sarà sempre accompagnata da rigidità e tensioni che si riverberanno sempre anche sulle altre andature. Quando questa situazione è provocata da cattivo addestramento o da una monta non capace potremo giustamente sperare che, rimuovendo le cause, risolveremo il problema. L’ambio è quindi da considerarsi a tutti gli effetti un’andatura.
Quando un cavallo presenta lo schema neuro-motorio (un programma) dell’ambio invece del passo, non presenterà le succitate rigidità e tensioni e potrà mostrare un ottimo trotto e un ottimo galoppo; di contro non potranno praticamente esservi margini di miglioramento, innanzitutto perché nel soggetto non è presente il programma del passo ed inoltre perché il cavallo troverà più vantaggioso ambiare in quanto trattasi di andatura per lui più comoda, più veloce, meno dispendiosa in termini energetici e quindi funzionalmente più efficiente (Clayton 2004).
Viste le gravi sanzioni in termini di punteggi, i cavalli che presentano queste caratteristiche non trovano un ideale impiego in rettangolo.
Fondatore, insieme a sua moglie Michelle Garavini, della BHS (British Horse Society), una Charity (strutturata in modo simile a una nostra Onlus) che si occupa di formazione: è la più grossa organizzazione al mondo in fatto di formazione equestre. BHS è delegata dalla Federazione britannica, la BEF, di occuparsi di formazione e qualifiche professionali.