Da Failoni solo parole di circostanza senza alcun impegno politico per contrastare il bracconaggio.
LAV: parole di circostanza e non di condanna, nessun programma politico per la tutela dei grandi carnivori, cosa sta facendo di concreto la PAT contro il bracconaggio di orsi e lupi?
Sabato scorso quattro lupi sono stati rinvenuti morti a Barco di Levico Terme (TN), secondo le prime ipotesi del Corpo Forestale trentino uccisi da un potente veleno.
Di fronte a questo drammatico e intollerabile evento, la Provincia di Trento non ha trovato parole migliori, di quelle pronunciate dall’assessore Failoni: “Il bracconaggio è illegale e non appartiene alle comunità che vogliono ritenersi civili”. Parole di circostanza che suonano come una presa in giro, vuote di qualsiasi impegno che l’amministrazione dovrebbe profondere proprio nel contrasto del bracconaggio e verso la tutela dei grandi carnivori, come richiesto esplicitamente dalle norme nazionali e internazionali.
“Mentre da Fugatti non è giunto alcun segnale di consapevolezza circa quello che succede a “casa sua”, la dichiarazione di Failoni è di una banalità disarmante, ha i toni di un compitino che un alunno delle elementari ha scritto contro voglia, nessuna presa di posizione di ferma condanna, nessuna chiara indicazione di quali provvedimenti saranno ora adottati, di come la politica trentina risponderà a questo attacco agli animali selvatici”attacca Massimo Vitturi, responsabile Area Animali Selvatici LAV, “tuttavia con il suo atteggiamento l’amministrazione provinciale di Trento si conferma la prima indiziata nell’aver creato un clima sociale predisposto alle soluzioni “fai da te””.
Quello a cui stiamo assistendo in Provincia di Trento sul tema dei grandi carnivori è un vero far west istituzionale. L’incompetenza, la dabbenaggine, la totale refrattarietà alle indicazioni della scienza e non ultimo l’aver coltivato il consenso politico attraverso l’attacco continuo nei confronti di orsi e lupi, hanno definitivamente smascherato il pensiero di Fugatti, già anticipato quando l’attuale Presidente della PAT si esibiva dai banchi dell’opposizione nel suo spettacolo da operetta nel quale ironizzava sul ritorno del lupo in Provincia.
Già ad aprile 2024 la LAV aveva presentato un esposto alla Commissione Europea contro la Provincia di Trento per la violazione dell’articolo 12 della Direttiva Habitat che impone di attivare misure efficaci di prevenzione e tutela di orsi e lupi. Quanto accaduto a Levico andrà ora ad aggiornare il già corposo fascicolo presentato dall’associazione in risposta del quale si potrebbe a breve avviare una procedura d’infrazione contro lo Stato italiano e la PAT.
“Le vuote parole di circostanza non sono sufficienti, se l’uso del veleno è sintomo di inciviltà, la condanna chiara e netta di un osceno gesto di inciviltà che ha violato le norme poste a tutela degli animali selvatici, creando un danno a tutti i cittadini italiani, deve essere il primo impegno di un’amministrazione, per questo chiediamo che la Provincia di Trento prenda una netta posizione di condanna nei confronti di ogni atto di bracconaggio andando a costituirsi parte civile nel procedimento che sarà avviato contro gli autori dell’infame gesto contro i quattro lupi” conclude Vitturi.
La LAV da parte sua continua a lavorare perché siano accertate eventuali responsabilità, anche indirette, della politica trentina nell’aver contribuito a creare un immotivato clima di allarmismo e caccia alle streghe nei confronti di orsi e lupi, fin da quando, nel maggio del 2021, la precedente Giunta Fugatti rifiutò la proposta dell’associazione di avviare un strutturato progetto di informazione con l’obiettivo di evitare possibili incidenti con gli orsi, quelli che poi si sono regolarmente realizzati negli anni successivi.
Lucrezia Quadri