La Convenzione ONU sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono, evidenziando che essa include la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema. La biodiversità rafforza la produttività di un qualsiasi ecosistema (di un suolo agricolo, di una foresta, di un lago, ecc.).
Infatti è stato dimostrato che la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali, diminuisce il livello della salute all’interno della società, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali.
La biodiversità, oltre al valore per se, è importante anche perché è fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi: i cosiddetti servizi ecosistemici. Di questi servizi, che gli specialisti classificano in servizi di supporto, di fornitura, di regolazione e culturali, beneficiano direttamente o indirettamente tutte le comunità umane, animali e vegetali del pianeta.
Per via della sua importanza per la vita umana e per il contrasto del cambiamento climatico, tutelare la biodiversità è stato identificato come uno dei punti chiave dell’agenda 2030 delle Nazioni unite e ne costituisce uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile “Proteggere, ripristinare e incentivare l’uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di diversità biologica”.
Anche l’Unione europea, in particolare con la strategia Ue sulla biodiversità per il 2030, si è mossa negli ultimi anni in questa direzione.
Tale strategia rivolge un’attenzione particolare anche alla tutela della biodiversità agricola e alimentare. È, infatti, necessario invertire la tendenza all’erosione della varietà genetica, facilitando l’uso di colture e razze tradizionali, da cui deriverebbero benefici anche per la salute grazie ad un’alimentazione più variata e nutriente.
Sono passati 7 anni da quando il primo dicembre del 2015 veniva approvata dal Parlamento la legge 194 che dava “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità d’interesse agricolo e alimentare”.
Per garantire risultati effettivi in termini di tutela dalla biodiversità sarà necessario un coordinamento delle iniziative regionali, nazionali e comunitarie al fine di armonizzazione degli interventi, la presa in carico della questione all’interno dei Programmi di sviluppo rurale o di altre misure previste così come di consumo consapevole, ovvero di politiche d’informazione dei consumatori, di ricerca e innovazione. In termini di politica agricola europea occorrerà poi “prevedere un coordinamento con le opportunità che la nuova Pac potrà offrire in modo particolare con il nuovo Quadro strategico nazionale e attuando gli indirizzi contenuti nelle strategie Farm to Fork e biodiversità della Commissione europea”.
I medici veterinari sono coscienti delle problematiche legate alla ridotta biodiversità e la nostra professione possiede gli strumenti utili a guidare le innovazioni necessarie al controllo e salvaguardia della stessa, insidiata com’è dalla diffusione dell’inquinamento, dalla compromissione degli habitat naturali che mettono in pericolo numerose specie vegetali ed animali rischiando in tal modo di compromettere il grande patrimonio naturale del nostro Paese.
Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani. Per tutte le info visita il sito ufficiale: www.fnovi.it