Il Palio dei Comuni di Montegiorgio è tra le più prestigiose e sentite manifestazioni ippiche italiane e internazionali.

Le sue origini risalgono alla seconda metà degli anni Sessanta, periodo di forte crescita economica per il nostro paese le Marche, quando l’interesse per le corse dei cavalli — al trotto — si diffuse in città come Montegiorgio, Corridonia e Jesi.
Ideato dal fratello Lanfranco Mattii e realizzato e coordinato da Mario Mattii, (Professore Primario di Radiologia e Professore Universitario) il Palio nacque come simbolo di un territorio in espansione e di una passione sportiva radicata nella tradizione locale.
Erano gli anni della ricostruzione, delle idee nuove che, di certo, ai Mattii non mancavano, alimentate nel loro caso, dalla passione per le corse dei cavalli che a quel tempo nella zona si svolgevano su strada: vere e proprie sfide paesane sulle quali si finiva col favoleggiare immortalando le qualità dei cavalli e magnificando le abilità dei guidatori.
Su tutti il padre Dante, conoscitore del mondo, intraprendente, abile negli affari, ancorato alla tradizione, ma con la vista proiettata nel futuro. Già nel ’44 aveva cavalli in scuderia da Alfredo Cicognani a Roma.
Su quella passione che si diffondeva nel territorio si poteva costruire qualcosa di solido: questo pensarono Dante e i suoi 5 figli. Proprietari terrieri e affittuari di terre anche nella vicina Umbria, decisero di investire buona parte del patrimonio nell’ippica. Nei primi anni sessanta costruirono la prima pista da corsa su un terreno sito a Piane di Montegiorgio, acquistato pochissimi anni prima dall’Università di Lovanio (Belgio).

Allora costruire un ippodromo in mezzo alla campagna era un’impresa ritenuta dai più la follia di una famiglia patriarcale; ma ancora oggi, su quella follia e passione che allora si diffondeva nel territorio, si godono i frutti di quanto costruito in maniera solida; ancora oggi, nonostante le difficoltà, questo ippodromo si afferma come il diamante dell’ippica italiana nella regione Marche, ancorato alla tradizione, ma con la vista proiettata al futuro.
Hanno sempre partecipato tutti i più grandi grandi driver e cavalli campioni nazionali ed internazionali; tutte le stelle dello spettacolo italiano (da Carlo Conti a Lucio Dalla) e tutto il mondo politico sono passati di qua, impreziosendo le serate con la loro presenza.
• Prime gare. Inizialmente si trattava di corse tra cavalli provenienti da vari comuni, complice una forte e appassionata partecipazione popolare. La “sana” competizione portava a una crescente cura nella scelta dei cavalli, alimentando la passione che ancora oggi caratterizza l’evento.
• L’idea del Palio. La formula che ha reso celebre l’evento è l’abbinamento di ogni cavallo ad uno dei Comuni partecipanti, e questo può ingaggiare il proprio rappresentante in pista tramite sorteggio o scelta diretta. Questa formula ha trasformato la competizione da una semplice gara ippica a una sfida che coinvolge e unisce l’identità e l’orgoglio territoriale; nel tempo si è arricchita di eventi culturali e gastronomici.
Il primo grande appuntamento di quest’anno che accende ufficialmente la febbre da Palio, sarà la serata di sabato 22 novembre, serata di cene e feste con centinaia di persone in ogni comune, dove avviene la tradizionale consegna della giubba al guidatore del comune abbinato al cavallo partente.
A seguire si andrà verso l’adrenalinica sfida di domenica 23 novembre, dove, a partire dalle ore 12, il Palio dei Comuni si correrà nella sua versione più iconica, tra storia e prestigio.
Ogni anno, da oltre tre decenni, questa serata segna l’inizio di una narrazione sportiva che riunisce il meglio del trotto internazionale sotto il cielo di Montegiorgio.
Un evento sentito e seguito da migliaia di appassionati, che nel tempo ha costruito un legame profondo con i territori: i Comuni delle Marche, che condividono questa tradizione, e i vicini laziali, umbri e abruzzesi, invitati come ogni anno a riunirsi in spirito di buon vicinato e condivisione.

In questa 37esima edizione del Palio dei Comuni, cogliamo le emozioni dalle parole di Salvatore Mattii, figlio di Mario Mattii: “Sono stati anni di grandi emozioni, di contatti umani, professionali e conoscenze di persone sia italiane che straniere, del settore ippico delle istituzioni e del mondo dello spettacolo che nel tempo sono stati sempre presenti e vicino al nostro evento e alla nostra realtà. Sono orgoglioso di essere riuscito a gemellare il Comune di Fermo con Cagne sur mare e soprattutto di aver portato in Europa la conoscenza e la valorizzazione dei prodotti gastronomici e artigianali della mia regione.
Mi aspetto che l’ippica diventi il fulcro per una crescita sociale che unisca le famiglie accanto a questo straordinario animale che è il cavallo; auspico che il settore venga tutelato a 360 gradi dalle istituzioni. L’ippica è una risorsa economica di primaria importanza per il nostro Paese, che comprende l’intero settore legato ai cavalli da corsa e genera valore attraverso le attività di allevamento e di ippodromo, le competizioni e in modo significativo le scommesse. Questo settore unisce sport e business creando posti di lavoro e contribuisce all’economia del nostro paese.
L’organizzazione e la gestione di un ippodromo con corse e competizioni genera un indotto che sostiene il personale degli ippodromi, i veterinari, i driver, e tutto il personale logistico e organizzativo; attraverso gli eventi collaterali genera economia turistica di ristorazione e di servizi correlati legati alle competizioni attraverso eventi. L’ippica e tutto il settore impiega un numero considerevole di persone sia direttamente sia nell’indotto correlato costituito da allevamento, allenamento e gestione degli ippodromi e per questo va tutelato come patrimonio del nostro paese e come facente parte della filiera agroalimentare”.
























































