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Giuliano, l’ultima intervista rilasciata al Portale del Cavallo risale al 2016. In questi ultimi quattro anni, come si è evoluto il mercato?
Ci sono stati tre anni molto buoni, 2016, 2017 e anche il 2018. Già il 2019 ha fatto registrare una leggera flessione rispetto ai buoni risultati degli anni precedenti. Non è assolutamente andato male, ma meno bene. Poi nel 2020 uno stop assoluto: è arrivato il Covid e il primo semestre è stato tutto fermo. Da giugno fino ad ora posso dire che si intravede una ripresa, la gente ha voglia di tornare a contatto con la natura e di andare avanti.
C’è più gente che vuole vendere o comprare?
In questo momento abbiamo richieste di acquisto anche da parte di gente nuova, quindi non professionisti del settore, che intendono ampliarsi e acquistare nuove sedi, ma proprio gente che fa tutt’altro nella vita ma che, animata dalla passione per il cavallo e gli sport equestri, desidera aprire una nuova attività in questo settore.
Questa è una cosa molto interessante, significa che c’è gente che ha la speranza di trovare nel mondo dell’equitazione una nuova prospettiva di vita e che desidera iniziare a lavorare con i cavalli?
Giusto, a differenza del passato non sono solo allevatori e istruttori a rivolgersi a noi per vedere le strutture in vendita ma è proprio gente nuova animata dal desiderio di cambiare vita, di uscire dalla città e di iniziare una nuova attività con i cavalli.
A livello geografico dove sono localizzati la maggior parte degli immobili in vendita?
Principalmente nel Nord Italia, quindi Lombardia e Piemonte, ma abbiamo qualcosa anche in Emilia Romagna e Toscana. In assoluto la regione che fa da traino è la Lombardia dove abbiamo in vendita molti centri.
Facciamo qualche esempio, cosa possiamo trovare di interessante in Lombardia e su che prezzo siamo?
Ne abbiamo diversi, ora mi viene in mente un centro nelle vicinanze di Varese a circa 6 km dal confine svizzero con una abitazione, un campo coperto 18×30, una quindicina di box su un ettaro di terreno, la giostra e un piccolo chalet all’interno. La richiesta è di 380.000 euro, una struttura molto interessante anche per ragazzi giovani o per una coppia che vuole iniziare con un piccolo budget.
Giuliano, il mercato si divide tra chi compra e chi vende: adesso è il momento di comprare o di vendere?Assolutamente è il momento di comprare. Dopo la prima fase di Covid il mercato ha avuto una flessione per tanti motivi, assolutamente più penalizzate le strutture grosse e impegnative rispetto alle piccole che conquistano la fascia di mercato dei giovani che hanno voglia e passione di iniziare una nuova attività. Sono più appetibili come investimento e più snelli come gestione. Un posto che ha 20/30 box richiede un impegno diverso rispetto a un centro con 150 box.
Quindi quello che compravi a 100 a febbraio adesso lo acquisti a…?
Adesso acquisti a 80, quindi è il momento giusto per chi desidera fare un investimento. la flessione la quantificherei intorno a un 20%. Sul mercato ci sono tante proposte di diverso budget, partiamo da centri da poco più di 380 mila euro fino a strutture importanti dove si svolgono concorsi che possono arrivare fino a due milioni di euro nel nord Italia e in posizioni molto interessanti.
Giuliano, come si divide il mercato immobiliare nel settore dell’equitazione?
Il nostro mercato si divide principalmente in due fasce: centri ippici che praticano la monta inglese, che rappresentano poco più del 60% del mercato e il 40% è conteso tra centri di monta americana, qualche allevamento, agriturismi con strutture per l’equitazione e infine l’ippica quindi allevamenti di cavalli da trotto e galoppo.
Se volessi acquistare un centro in cui si pratica la monta americana, sarebbe un vincolo per praticare invece un’altra disciplina?
Assolutamente no, il centro deve piacere per la location e la struttura, inoltre deve corrispondere al proprio budget. Tutto il resto è assolutamente adattabile, basta cambiare la sabbia e i fondi dei campi oltre al parco attrezzature perché i box, le giostre, i terreni e i capannoni fondamentalmente sono gli stessi e sono trasversali alle varie discipline equestri e restano invariati.
Voi che avete una lunga esperienza nel settore, quale pensate sia la dimensione minima per mettere a reddito un centro?
Si parte da almeno 30 box, se non si desidera acquistare una struttura per un uso privato ma si vuole realizzare un business, il numero minimo di box è proprio trenta.
A proposito di esperienza, quanti anni ha la Horse Point e come è nata?
Guarda, la Horse Point è nata nel 1990 per la mia passione verso i cavalli. Ho montato per tanti anni e sono stato gentleman al trotto. Così mi sono reso conto che mancava una figura che facesse da intermediatore immobiliare con conoscenze e specificità tipiche del nostro mondo. è nata quindi la prima agenzia immobiliare specializzata nel settore dell’equitazione e dell’ippica.
Dove possiamo vedere le tue proposte?
Abbiamo un sito web www.horsepoint.it con tutte le proposte divise per tipologia, quindi centri, allevamenti, aziende agricole e agriturismi per regione di appartenza.
E non solo, oltre agli annunci immobiliari abbiamo anche quelli relativi alle strutture e alle attrezzature per l’ippica di cui si occupa nello specifico mio figlio Luca.
Luca, parliamo di tensostrutture che è il settore dell’azienda di cui ti occupi prevalentemente. Mi immagino che con il Covid sia aumentata la richiesta di questi prodotti per la necessità di coperture a uso civile ma anche sportivo.
Confermo che anche nel settore equestre c’è stata una domanda maggiore di tensostrutture perché molti centri ippici hanno avuto una crescente richiesta da parte delle famiglie che vedono nell’equitazione uno sport sicuro e all’aria aperta per i propri bambini.
Che tensostrutture troviamo sul mercato?
Nel mercato ci sono tensostrutture in ferro e in alluminio. La maggior parte di quelle in alluminio sono esili e leggere adatte a utilizzi brevi, di qualche giorno, per gare, eventi e sagre. mentre quelle in ferro sono strutture permanenti, adatte a essere campi coperti da equitazione e capannoni stabili e duraturi da installare come definitivi. Le strutture che propongo sono fatte in Italia, da un’azienda di Verona, ISA Impianti che produce coperture da oltre trent’anni con tutti i requisiti previsti per legge come carico neve e antisismica. Troviamo diversi tipi di coperture, il pvc ignifugo è il più richiesto con un ampio ventaglio di colori.
Che misure abbiamo?
Partiamo da 10 a 25 metri di larghezza e sono modulari in lunghezza all’infinito, nel senso che in qualsiasi momento è possibile allungare la struttura. Si può partire con un investimento minimo 20×40 e poi arrivare a lunghezze maggiori in un secondo tempo. Questo aspetto è molto interessante anche per questioni di costi. Inoltre, una caratteristica che vorrei sottolineare delle strutture che commercializzo della ISA Impianti è che essendo prive di pali sulle testate, possono essere modulari e facilmente allungabili all’infinito con il vantaggio di poter avere anche parti coperte oppure parti scoperte come uno preferisce.
Perché un centro ippico dovrebbe scegliere una tensostruttura rispetto a un capannone in calcestruzzo?
Innanzitutto la burocrazia. Una tensostruttura richiede meno permessi, poi considerando che molti centri ippici sono nei pressi di Parchi e aree protette è molto più facile avere i consensi dalle autorità preposte.
Inoltre una tensostruttura è molto più economica rispetto a un caponne costruito in edilizia tradizionale in cemento armato o in lamellare. è più veloce da installare perché viene ancorata al suolo mediante picchetti e non richede opere murarie. Direi che i vantaggi sono innumerevoli.
Ci sono degli svantaggi nello scegliere una tensostruttura?
Assolutamente no. Non ci sono svantaggi. le nostre tensostrutture hanno le stesse prerogative di un capannone tradizionale con carico neve e vento, struttura antisismica e possibilità di assicurazione per eventi atmosferici e non solo.
Se un cliente volesse vedere le strutture prima di acquistare, come funziona?
Non ci sono problemi, solitamente portiamo a fare visita presso centri dove abbiamo installato realizzazioni simili a quelle che il cliente vorrebbe realizzare. Inoltre a breve ci sarà anche FieraCavalli Verona e noi saremo presenti al padiglione 4 stand E1 con il nostro stand per dare ogni informazione a chi lo chiedesse.
Abbiamo visto che la struttura più venduta è la 20×40, su che prezzo siamo?
I prezzi variano molto in base al tipo di copertura e di teli laterali, però posso dire che per una tensostruttura 20×40 con telo in PVC compreso di trasporto e montaggio partiamo dai 50 mila euro.
Dunque Luca, se fossi un centro ippico e volessi installare una tensostruttura quali passaggi devo fare? Riusciamo a delineare in breve l’iter da seguire?
Consiglio a tutti i clienti di iniziare a recarsi nel Comune presso il quale si desidera realizzare l’installazione per parlare con l’ufficio tecnico e capire come inquadrano il prodotto, le loro disponibilità e le limitazioni che impongono. Purtroppo in Italia non c’è una legislatura chiara e univoca per tutti i paesi. Da Nord a Sud cambiano molto le cose, quindi occorre inizialmente indagare. Poi noi inviamo i progetti e la relazione di calcolo, anche se non tutti i Comuni la richiedono. Con questo materiale si può effettivamente iniziare a richiedere i permessi. Segue un sopraluogo presso il centro per valutare le caratteristiche della zona di installazione e il tempo di realizzazione della tensostruttura personalizzata sulla base delle necessità del cliente.
Una volta pronta la tensostruttura, quanto tempo ci vuole per l’installazione?
Montare la tensostruttura è davvero veloce, per una struttura 20×40 occorrono dai 7 ai 10 giorni, anche in base al tipo di terreno e ai vincoli strutturali.
Infine Luca, quali altre strutture sono tra le più richieste dai centri ippici oggi?
Oltre alle giostre, ai tondini a alle attrezzature per parco ostacoli direi il tunnel agricolo, una struttura polivalente perché può essere utilizzata per mettere al riparo tantissime attrezzature ingombranti che hanno i centri come i van, i trattorini e non solo.
è anche molto economica, basti pensare che un tunnel agricolo di medie dimensioni va dagli 8 ai 10 mila euro.
Rivista informa n. 3 – Luglio/Agosto 2020