LAV: No a decisioni sbrigative chiediamo chiarezza sull’accaduto con accurate indagini di medicina forense veterinaria
“Quanto accaduto ieri in Val di Sole potrebbe essere l’ennesima dimostrazione delle gravi responsabilità della Provincia di Trento in materia di educazione dei cittadini alla convivenza con la fauna selvatica”. Con queste parole la LAV interviene in merito all’incidente che nella mattinata di domenica ha visto lo scontro di un orso con un uomo accompagnato dal suo cane.
In questo periodo gli orsi stanno riprendendo la loro normale attività dopo la pausa invernale, anche le mamme e i loro cuccioli escono dalle tane, quindi l’incidente potrebbe avere visto protagonista una mamma orso in un momento di massima allerta perché accompagnata dai suoi cuccioli. Se così fosse, il comportamento dell’uomo coinvolto rappresenta esattamente il contrario di ciò che bisognerebbe fare quando si incontra una mamma con i cuccioli.
Stando alle prime dichiarazioni risulta infatti che al momento dell’incidente, l’uomo fosse accompagnato da un cane, molto probabilmente senza guinzaglio, fatto che potrebbe avere messo in grandissima allerta l’orso, ulteriormente allarmato dalla successiva fuga dell’uomo.
“Chiediamo accurate indagini al fine di accertare le condizioni in cui si è verificato l’incidente – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – se effettivamente l’aggressione fosse la conseguenza dei comportamenti inadeguati della persona coinvolta, emergerebbe ancora una volta la diretta responsabilità della Provincia di Trento che, dopo avere reintrodotto l’orso sul suo territorio, a più di vent’anni di distanza non è ancora stata in grado di educare i cittadini ai comportamenti corretti da assumere nel caso in cui si incontri un orso sul proprio cammino”.
Non è tollerabile che a rimetterci siano sempre gli orsi, anche per le inadempienze di tutte le amministrazioni provinciali che si sono succedute. Invece di scrivere frettolose sentenze di condanna a morte, il Presidente Fugatti si assuma le sue responsabilità di fronte ai cittadini, scusandosi per non aver spiegato loro come comportarsi nei territori abitati dagli orsi.
“Chiediamo che siano svolte indagini approfondite e trasparenti su come sono andati i fatti coinvolgendo non solo il Corpo Forestale Provinciale, ma anche il Centro di referenza per la medicina forense veterinaria istituito presso l’Istituto Zooprofilattico del Lazio e Toscana – conclude la LAV – non possiamo più tollerare che gli orsi vengano condannati all’ergastolo o alla pena di morte, quando la storia ci insegna che gli incidenti sono sempre il risultato di comportamenti umani inadeguati”
La recente approvazione dell’emendamento “caccia selvaggia” potrebbe rendere ancora più semplice l’uccisione di un orso ovunque si trovi, anche nelle zone protette dove la caccia è vietata. Dal 1 gennaio i cacciatori possono infatti uccidere qualsiasi specie animale, durante tutto l’anno, anche nelle città e nei parchi. Per questo motivo la LAV scenderà in piazza il 18 e 19 marzo con una raccolta di firme contro l’emendamento “caccia selvaggia”, a favore di ogni sistema incruento di prevenzione che favorisca la convivenza con gli animali selvatici.