Un evento eccezionale per il mondo degli appassionati di carrozze e cavalli: il nostro Socio (nonché membro del Consiglio Direttivo GIA) Pino Usai, ha chiuso l’ultima edizione del Festival di Sanremo il sabato sera, traportando il Direttore Tecnico Amadeus e Fiorello in carrozza, su un “cocchio” bianco attaccato a una pariglia di splendidi lusitani grigi, mentre si intonavano le note de “I Sogni son desideri” dal film Disney “Cenerentola”.
E, infatti, quel cocchio era davvero come la carrozza del film, così ci conferma Usai “Quando mi ha contattato la produzione Rai volevano espressamente la carrozza di Cenerentola, e io ce l’avevo…E’ stata una richiesta di Fiorello, che ha detto che voleva finire così il Festival e il Direttore della Rai ha scelto questa mia carrozza, poi l’hanno allestita con il cuore formato dai fiori” “La mia attività era già nota in RAI – continua Pino – qualche anno fa ero andato a “Buona Domenica” dalla D’Urso con quattro cavalli, abbiamo, poi, partecipato alle riprese di tante serie tv, qualche anno fa abbiamo girato un film per Hollywood in Toscana con otto carrozze ed, a breve, uscirà un altro film di Ennio Dori, di cui ho girato alcune scene… ma, quando la Rai mi ha contattato e mi ha chiesto di accompagnare Amadeus e Fiorello nella serata finale di Sanremo, non ci volevo credere.
È stata un’esperienza indimenticabile!” Impeccabile, come sempre, in livrea e cilindro è comparso in mondovisione e su decine di quotidiani e nelle immagini clou del Festival diffuse dalle varie trasmissioni televisive il giorno dopo, tanto da diventare il più famoso dei cocchieri. E di fatto Pino, che gestisce una scuola di equitazione nel suo Centro Ippico Dodo Carrozze di Bollate, è soprattutto un cocchiere.
“L’apparizione in televisione, le foto sui giornali e sui social mi hanno dato una grande visibilità, ma io continuo a fare il mio lavoro come sempre, con la passione e l’affetto per i miei cavalli e le mie carrozze – racconta Pino –. Siamo in pochi in Italia a fare questo lavoro, io ho trenta carrozze quasi tutte d’epoca che sono state restaurate, alcuni sono dei pezzi unici “.
In vent’anni con le sue carrozze e i suoi cavalli ha fatto di tutto: matrimoni, funerali, battesimi, passeggiate in ville storiche ed ha partecipato alle riprese di film, l’ultimo, come ci ha detto, ancora in fase di produzione… nell’elenco mancava appunto il Festival di Sanremo.
Quella sera è stato un viaggio su una carrozza da fiaba, che Pino ha preparato nei minimi dettagli, come fa sempre. “Cavalli e carrozze hanno delle esigenze particolari, ho fatto un primo sopralluogo a Sanremo venti giorni prima del Festival. A mezzanotte ho portato la carrozza e i cavalli dietro al teatro, dato che la fine del Festival era prevista per le due di notte, ma non è stato facile far passare i cavalli per portarli di fronte alla porta dell’Ariston in mezzo a tanta gente. Per fortuna sabato pomeriggio ha smesso di piovere ed è andato tutto bene, i tempi sono stati rispettati minuto più, minuto meno. È stata bellissima la loro uscita dall’Ariston!” “Posso dire- continua Usai- che è stata un’esperienza indimenticabile, con delle persone fantastiche. Certo, devi assecondare le loro richieste, io ho dovuto segare una parte della carrozza per soddisfare determinate esigenze. E’ stata la prima volta che ho lavorato direttamente con la Rai e non con agenzie esterne alla Rai. Ho trovato dei veri professionisti”.
Il quotidiano Il Giorno, racconta la storia professionale di Pino che inizia in Sardegna, dove è nato 50 anni fa, con una passione: “Amavo gli animali”. A 17 anni si trasferisce a Milano dove viene assunto come fantino all’ippodromo di San Siro. “Sono riuscito anche a ottenere la patente di caporale di scuderia, ho fatto questo lavoro per oltre vent’anni, ma ho voluto seguire quella che era anche una passione di mio nonno che, purtroppo, non ho conosciuto, cioè quella degli attacchi. Io non avevo mai visto un cavallo attaccato, arrivavo dal mondo della sella, ma le carrozze mi hanno subito affascinato”.
“Partecipo anche a concorsi di carrozze d’epoca, i cilindri che indosso sono dell’800, è un mondo fatto di storia, cultura ed eleganza, per esempio in pochi sanno che Milano è stata fino agli Anni Trenta la città dove si produceva il maggior numero di carrozze. E il ‘Brumista’, l’autista di carrozze, era un mestiere molto diffuso in città era, il tassista di una volta”.
Nel suo maneggio di Ospiate (frazione di Bollate) nel 2022 Pino, in gran segreto, ha voluto rispolverare l’attacco alla “D’Aumont”, quello della regina Elisabetta d’Inghilterra. Ha studiato questo tipo di attacco, ha recuperato livree, imbracature e finimenti dei cavalli, portandolo per due anni ai concorsi. “È una tipologia d’attacco utilizzata in Italia l’ultima volta 140 anni fa, quando re Umberto uscì da Villa Reale in carrozza per partecipare a un saggio sportivo – precisa Pino Usai –. Non c’è il cocchiere, ma un fantino seduto in sella sul cavallo che guida la carrozza”. Insomma un attacco da re!