Cavalcare un cavallo al galoppo è già un rischio, ma mille insieme è inebriante.
E nel silenzio più profondo.
La “X PLAID” ULTIMA NATA FRA LE AUTOVETTURE ELETTRICHE DELLA TESLA
1020 Cavalli! In un’auto da città! Come tutte le Tesla anch’essa è predisposta per la guida autonoma, laddove è consentito utilizzarla. Gli sportelli posteriori sono ad ala di gabbiano. Oltre ad innumerevoli servizi confortevoli, azionabili con un tocco su un display da circa 20 pollici al centro del cruscotto. Un incrocio fra un’astronave ed un missile. Con i suoi tre motori e le quattro ruote motrici, raggiunge i 100 Km/ora in 2,6 secondi, con una velocità massima di 260 km/ora ed una accelerazione che ha del mostruoso! Neppure un bolide di Formula Uno ha una tale potenza. Questo lo stile di Elon Reeve Musk. Stupire, indicare strade ecologiche ed essere anni avanti agli altri. Un esempio di costruzione raffinata ed avanzata nelle Fabbriche di California, Shanghai e Berlino. Oltre ad una recente gigafactory per batterie in Nevada. Ha costretto i costruttori dell’Unione Europea delle attuali auto inquinanti con carburante fossile, a stabilire una data futura di stop nel costruirle. A differenza di tutte le altre marche di auto, non vedrete la pubblicità delle Tesla in televisione, né leggerete elogi a pagamento sulle riviste che contano. Si presentano da sole. La sua linea filante ed il tetto trasparente sono eleganti. E’ la sua politica innovativa. Dovete solo provarla. Ma attenzione, quest’ultima nata non è un cavallo selvaggio, è un bolide sulle tre tonnellate da cinque metri di lunghezza e quasi due metri di larghezza.
Con una accelerazione spaventosa che non avevo mai testata di così forte! Fortuna che disponga dei freni della Brembo che la immobilizzano in breve spazio. Nella mia vita ho provato quella di un cavallo di razza che correva a Capannelle. Ho spinto l’acceleratore dei 600 cavalli di un Texan T6, un warbird della prima guerra mondiale nelle acrobazie più spinte nelle quali ho raggiunto i 5,5 G in un looping. Ho schiacciato a fine corsa il pedale di una Ferrari con 580 cavalli, nel circuito di Viterbo con l’urlo musicale del suo otto cilindri. Ma solamente su una pista d’aereo ti puoi permettere di godere appieno la “X Plaid” col suo volante rettangolare chiamato ”yoke” (foto). E nel silenzio più assoluto. La posizione quasi a terra del possente pacco batterie ne abbassa di molto il baricentro, favorito anche dallo spoiler posteriore a scomparsa e dalle sospensioni ad aria che la irrigidiscono in velocità, migliorandone la tenuta di strada. Ho avuto la fortuna di conoscere un Project Manager della Tesla che me l’ha fatta provare. Prima di schiacciare a fondo il pedale di questo missile ho preferito fare quattro tentativi crescenti, in uno spazio di duecento metri di un parcheggio vuoto di Roma. Devi avvertire i tuoi passeggeri che stai accelerando forte, perché – se non sposano totalmente gli splendidi sedili ergonomici – rischiano seriamente. Vi vengono sbattuti con violenza. Ha l’interno insonorizzato, i sedili riscaldabili e disponibili in posizione a piacere il televisore posteriore ed altri accorgimenti per il massimo confort dei viaggiatori.
Si può persino visualizzare graficamente sul display e modificare il flusso interno del condizionatore. Una suite viaggiante a 6 stelle! Fa un particolare rumore esterno alle basse velocità per avvertirne della presenza i pedoni, ma penso sia un obbligo di legge. Il poter conoscere ed utilizzarne appieno tutti i numerosi meccanismi, gli attuatori, i servomotori e gli innumerevoli servizi di cui è dotato questo moderno SUV, richiederebbe un briefing di una giornata. Niente di tutto questo. Per evitare un volume cartaceo tipo Pagine Gialle che avrebbe determinato danni alla Flora, coerente con questo assunto green del creatore della Casa, la “X Plaid”, come tutti gli altri modelli della Tesla, dispone sul display centrale, del manuale di uso. Motivo per cui paghi i circa 150.000 euro del costo, e te lo studi in viaggio. E’ un optional e costa 7500 euro, il software dell’autopilota. Per la manutenzione, ogni vettura è collegata direttamente con la fabbrica, che può sapere tutto di lei, anche il grado di gonfiaggio delle gomme e l’usura degli pneumatici da 22 pollici. Alcune funzioni, se necessario, possono essere modificatele da remoto. C‘è sul bordo inferiore del vetro anteriore una serie di sigle ed il lungo numero del telaio. Se qualche malfunzionamento non può essere raddrizzato direttamente da remoto ti indirizzano verso la più vicina officina di riparazione Tesla. Puoi conoscere la presenza della colonnina di ricarica più vicina oltre ad indicarti se è già occupata, ed hanno recentemente uniformato la sua presa elettrica a quelle standard.
Non mi stupirebbe se diventasse un vero status symbol dell’era digitale, bruciando Porsche, Ferrari e tante altre marche sportive.
Marco Biffani – Foto di proprietà dell’autore