Cresce in Italia la sensibilità verso il ruolo del cane non solo come semplice animale da compagnia, ma anche quale supporto in altre attività umane: dalla tradizionale guardiania al bestiame d’allevamento, alle operazioni di recupero e salvataggio in caso di catastrofi naturali, alle terapie assistite verso pazienti con patologie varie e di tutte le età.
Per chi opera in zootecnia non è una novità: il cane è il miglior amico dell’uomo, ed ovviamente lo anche degli allevatori! Come ogni anno, dopo l’istituzione nel 2004 ad opera di un’esperta della specie canina, la statunitense Colleen Paige, si è festeggiata il 26 agosto la Giornata Mondiale del Cane e vale quindi la pena fare alcune riflessioni sull’evoluzione del ruolo del fedele quattrozampe impegnato a supporto di varie attività umane.
Per gli allevatori e soprattutto per i pastori è secolare e tradizionale l’opera di guardiania alle greggi ed al bestiame al pascolo o in azienda, e ciò è sempre più di attualità in Italia stante la recrudescenza degli attacchi di predatori selvatici, che in molte zone del nostro Paese hanno raggiunto livelli insopportabili e soprattutto causano danni economici e morali a chi “presidia” territori spesso marginali e a rischio abbandono.
Ma abbiamo visto come, purtroppo negli ultimi anni con cadenza frequente, i cani hanno dato il loro prezioso supporto nei casi di catastrofi naturali quali i sismi in varie zone d’Italia, per il recupero ed il salvataggio di feriti e dispersi anche in altre tristi vicende.
Una crescente sensibilità si sta riscontrando, pure in considerazione del generale invecchiamento della popolazione italiana, verso il ruolo dei cani delle più diverse razze e taglie impegnati in sedute di terapie assistite con animali, tanto da farne proporre ed accettare la presenza persino nelle corsie degli ospedali. Per non parlare delle varie Pet-Therapy, adottate con pazienti affetti da patologie varie e di tutte le età.
“Questi sono solo alcuni esempi di valorizzazione delle specie canine nel nostro Paese – affermano il presidente ed il direttore generale dell’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A., Roberto Nocentini e Roberto Maddé – . Anche per il cane occorre superare alcuni stereotipi e luoghi comuni, in quanto non è solo il ‘fedele compagno dell’uomo’ ma riveste una valenza sociale e economica per le importanti ricadute su una serie di indotti, dalla mangimistica alla veterinaria, alla sicurezza, alla salute umana. Per questo, invitiamo a riflettere maggiormente sul ruolo di questi animali, promuovendo una cultura della civile convivenza nelle grandi città (il Sistema Allevatori si è attivato in maniera propositiva sul tema del riconoscimento tramite Dna delle deiezioni canine, con il supporto del Laboratorio di Genetica e Servizi di Cremona che ha collaborato con diverse amministrazioni comunali), facendo appello al controllo e promozione dei sistemi di anagrafe per evitare gli abbandoni e il rinselvatichimento della specie. Riteniamo quindi da prendere in considerazione le richieste di introdurre agevolazioni anche di tipo fiscale per la cura e l’assistenza ai nostri amici cani”.
Roma, mercoledì 26 agosto 2020
Ufficio Stampa A.I.A. - Camillo Mammarella