Dal 6 al 18 novembre si tiene il più importante appuntamento dell’anno dedicato alla lotta alla crisi climatica: si chiama Cop27. Cop come “conferenza delle parti”, cioè i quasi 200 Paesi che partecipano. Ventisette come il numero di edizioni.
Appuntamento in Egitto con una situazione resa ancora più complessa dalla guerra in Ucraina e dalla crisi energetica. Nel frattempo, però, il clima che cambia continua a farci toccare con mano alcune delle sue conseguenze più gravi. Lo abbiamo visto in Italia con la siccità e con tragedie come quella della Marmolada, e lo abbiamo visto in Pakistan dove più di un terzo del Paese è finito sott’acqua nei mesi scorsi.
A fronte di una popolazione umana che raggiungerà i nove miliardi di persone nel prossimo mezzo secolo, ricercare e trovare nuovi metodi per garantire il sostentamento alimentare, produrre alimenti sicuri da un punto di vista sanitario e secondo criteri sostenibili mediante il miglioramento dei sistemi di allevamento esistenti, diverranno componenti sempre più importanti nell’approccio One Health.
Secondo l’OMS presente alla Cop27 la nostra salute dipende dalla salute degli ecosistemi che ci circondano e questi ecosistemi sono ora minacciati dalla deforestazione, dall’agricoltura e da altri cambiamenti nell’uso del suolo e dal rapido sviluppo urbano. L’invasione sempre più profonda degli habitat animali sta aumentando le opportunità per i virus dannosi per l’uomo di effettuare la transizione dal loro ospite animale. Tra il 2030 e il 2050, si prevede che il cambiamento climatico provocherà circa 250.000 morti in più all’anno per malnutrizione e altre malattie causate da agenti patogeni.
Si stima inoltre che entro il 2030 i costi dei danni diretti alla salute (esclusi i costi nei settori che determinano la salute) siano compresi tra 2 e 4 miliardi di dollari all’anno.
Interventi di sanità pubblica di successo presuppongono la collaborazione della salute umana, della salute veterinaria e la salute ambientale delle comunità e questo è ancora più vero se si pensa che tutte le 6 pandemie che si sono verificate negli ultimi 40 hanno avuto origine dagli animali.
Solo gli sforzi collaborativi tra molteplici discipline che operano a livello locale, nazionale e globale potranno conseguire le condizioni ottimali di salute per la popolazione umana, animale e per l’ambiente.
FNOVI invita il Governo a mettere al centro della sua azione una politica climatica basata sulla salute perché gli effetti del cambiamento del clima riguardano ognuno di noi.
Tutto questo nella consapevolezza che la maggior parte dei fattori determinanti di salute, sociali ed ambientali, quali la sicurezza idrica, la biodiversità, la giustizia sociale, l’accesso equo alle risorse, l’inquinamento e la pianificazione dell’uso del territorio, devono essere compresi nel campo d’applicazione di gran parte dei programmi One Health, per sistemi sanitari e di protezione sociale più efficaci ed equi e, di conseguenza, per persone più sane.