vecchietto sprint 2

Molto probabilmente hai ragione Susanna, il mio cucciolo e` stato molto stressato dai concorsi, io ce l`ho da un paio d`anni e ho fatto solo qualche b100 e b110 ( ha la fissa del netto, hai ragione!)ma nel suo passato non mancano gare anche fino alle c145.Al momento la sua vita di scuderia direi che e` molto buona, passa al paddok tutto il giorno e, in estate, anche la notte, insieme ad un compagno con cui e` in simbiosi.Io lo monto tre volte la settimana, se va bene 4, non di piu` causa lavoro. mi piace molto anche il lavoro in piano, per cui salto ( basso ) al massimo due volte, anche se al momento, causa mio blocco psicologico dovuto a una caduta tremenda,tendo a lavorare in piano molto spesso.
Penso che anche sotto il profilo degli affetti non gliene manchino, io lo adoro letteralmente e credo che anche lui mi voglia bene. Pensa che quando sono caduta, mi hanno portata via con l`ambulanza, lui non mi ha piu` vista ed e` rimasto quasi in stato di shok fino a quando non mi ha vista arrivare la sera e gli e` passato tutto.
Come posso fare per fargli passare quest`ansia da prestazione?
ti ringrazio tantissimo
Manuela

  • Ospite ha scritto 20 anni fa

Cara Manuela, sono molto contenta che il tuo “cucciolo” (a proposito come si chiama?), stia al paddock tutto il giorno con un amico per la pelle: ai cavalli fa molto bene vivere fuori, in branco e soprattutto in compagnia di un amico con cui scambiarsi grooming ed altre attenzioni “sociali”. Brava per la scelta di farlo vivere così! Lo monti tre volte o quattro alla settimana… ok: il mio consiglio è di montarlo magari anche una volta in meno e per una volta alla settimana condividere il tempo con lui in modo diverso, ne avresti voglia? Ecco cosa intendo. Invece di pensare al lavoro, pensate solo a passare del tempo insieme: lo pulisci lo coccoli e te lo porti fuori, a mano, a mangiare l’erbetta, a fare quattro passi e magari anche quattro chiacchere. Parlagli dolcemente raccontandogli della tua paura dopo la caduta e ricordandogli la sua… di averti fatto male! Quando parli pensa sempre alle immagini (= pensare “per immagini”, i cavalli fanno così) di quello che gli dici a parole. Parlagli del salto del piacere che provi a saltare ( e se non ne provi ed hai paura, Manuela, perché salti?) , digli che non c’è bisogno di avere fretta , che tutto deve scorrere come l’olio e tutto deve essere sereno e piacevole per entrambi e se non si fa netto…. Chi se ne importa? Tu lo amerai sempre e comunque e ci si riproverà la volta dopo! Diglielo e passeggia con lui e cerca di notare se ti ascolta mentre mangiucchia, se ti da un orecchio o ti tiene sott’occhio. Passeggiando entra in un campo (che hai preparato prima con due o tre barriere a terra non consecutive) … e parlando parlando dolcemente, cammina e passa sopra le barriere e parlando parlando… soavemente ripassaci sopra ed ogni volta che ci passa senza tirare o agitarsi digli bravo (col cuore) e sempre camminando una bella carezza e continua a parlare e camminare, senza focalizzare la vostra attenzione sulla barriera ma sul discorso che “state facendo”. Se dovesse accelerare o agitarsi calmalo con la voce, rimettilo a passo tranquillo e continua. Quando avrà fatto per due o tre volte tutto serenamente, più preoccupandosi di stare con te e di ascoltarti che delle barriere, portalo fuori, ancora erbetta e 4 passi , poi una bella doccetta ed a casa. La volta successiva a quella in cui avrà fatto tutto almeno due volte serenamente( penso che possa essere sin dalla seconda volta – fai “la passeggiata” con lui sellato, senza montarlo, però). Dopo due o tre volte (giorni ) di barriere a terra , puoi preparare (sempre prima) oltre alle tre barriere a terra anche tre crocette basse che tu possa saltare da terra, e rifai lo stesso lavoro. E così via, ma dalla terza volta comincia salirci in groppa , senza agitazione e non pensando al salto alla barriere a terra, al lavoro: tutti e due dovete pensare solo a stare insieme ed a fare questa cosa insieme (l’importante è la serenità e l’ “insieme”, non il risultato). Ad un certo punto, che potrebbe essere alla crocetta o quando gli sali su, lui ti farà vedere qual è l’istante in cui inizia la sua agitazione e lì a quel punto, il tuo aiuto, la serenità delle tue parole dovranno essere tali da calmarlo, farlo sentire protetto e tenendolo per “mano” portarlo a superare questo stress. Non avere fretta di raggiungere i risultati e concentrati sui contenuti del vostro rapporto: fiducia, amore, collaborazione, protezione, etc. il lavoro continua alzando l’ostacolo ma solo quando la volta prima lui avrà fatto ed accettato con la massima serenità di fare il passo precedente. Questo lavoro, tra l’altro potrebbe rivelarsi utile anche a te, per aiutarti e ricreare più serenità, intimità e fiducia con lui… dopo la caduta! Anch’io ho fatto una brutta caduta e ti sono solidale, inoltre conosco bene quello sguardo equino che dice “oddio ti ho fatto male, ed è tutta colpa mia”. Ti , anzi, vi sono vicina e vi penso. Fammi sapere come va. Susanna

  • Ospite ha risposto 20 anni fa

grazie mille Susanna dei buonissimi consigli che mi hai dato, il mio cucciolo si chiama Emmaus e non vedo l`ora di mettere in pratica riga per riga i tuoi suggerimenti.
noi facciamo anche molte passeggiate, credo che possano fargli bene. Se ci posizioniamo al primo posto come capo passeggiata, tutto benissimo, e` rilassato e sereno, se invece ci spetta una posizione arretrata, diventa nervoso ed e` difficile mantenerlo tranquillo, tanto che arriva a casa schiumato.Puo` essere dovuto sempre alla sua vita passata nell`agonismo? Lui e` il cavallo piu` dolce del maneggio ( non solo a detta mia, ma dei molti personaggi che lo frequentano )tant`e` che alcuni lo chiamano cavallo-cane,starebbe ore e ore a farsi coccolare per non parlare della grattatina post-cavalcata che e` un suo diritto e gli spetta sempre, si offende se non la riceve, per un 10 minuti buoni! Se si lavora in piano e` un angelo, ma se solo addocchia un ostacolo e si mette in testa di doverlo affrontare e` finita, anche il semplice galoppo diventa una corsa al salto, anche cercando di calmarlo. Quando l`ho adottato, eravamo riusciti a raggiungere un compromesso, lui saltava tutto quello che gli mettevo davanti, il mio compito era quello di lasciar fare a lui, anche con degli avvicinamenti non proprio canonici, dargli fiducia e rimanere su. Si era anche rilassato un pochino ( non e` mai stato tranquillo pero` ), infatti il mio istruttore era stupito perche` con lui Emmaus non si era mai comportato cosi` bene. Poi si e` rotto qualcosa ( non solo il mio braccio! ) vuoi la caduta, vuoi la paura, vuoi che effettivamente prima ero un po` piu` spericolata.
Quello che cerco, Susanna, e` una parola di conforto: credi che un amico equino che e` cresciuto per 17 anni con la fissa e forse la paura del salto, possa cambiar rotta e imparare ad apprezzarne la gioia nella serenita` totale?
Grazie per la comprensione e l`aiuto!

  • Ospite ha risposto 20 anni fa

Cara Manuela, cominciamo da principio. Se in passeggiata lui è assolutamente gestibile se sta in testa… state in testa! Non è una scorciatoia per non rispondere ma davvero, se lui così ha quello che lo rende sereno, perché impuntarsi e pretendere che lui sia diverso da quello che è? Secondo punto: noi siamo sempre convinti che tutti si comportino relativamente a noi, e non è così! Lui corre se adocchia l’ostacolo, mi sa, non perché è stressato ma perché è allenato a farlo e, udite, udite, secondo me perché gli piace!!! Non mi odiare per questo, ma valuta se non è una situazione verosimile. La tua caduta ha spezzato la sintonia e l’equilibrio del vostro rapporto: lasciavi che lui facesse quello che sa fare e ti limitavi a fare la tua parte. La caduta, a mio parere, ha incrinato la tua sicurezza, non la sua voglia. E poi lui è abituato che le persone da lui vogliono questo che corra e salti “netto” . per me , magari lui crede di farti cosa gradita. Davvero avete bisogno di stare insieme, secondo me. E per quanto riguarda “la parola di conforto”, si certo che è possibile “possa cambiar rotta e imparare ad apprezzare la gioia del salto in serenità ” ma questa serenità deve venire anche da te: tu sei serena? È un lavoro da fare insieme , parallelamente e soprattutto accettando che lui ama , credo, saltare e che tu “non ne vorresti più sapere”, per cui nel tempo andrà trovato, oltre alla serenità anche un proficui compromesso. Inizia con quegli esercizi che ti ho suggerito nella scorsa risposta. Di ad Emmaus che “hai un’amica che sta tentando di aiutarvi e che lui deve avere un po’ di pazienza ed aiutarti in questo cammino che anche per te è difficile”.
Io vi sono vicina. Fammi sapere e dimmi se posso esservi utile in qualche modo. Susanna

  • Ospite ha risposto 20 anni fa
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