Cara Susanna, buongiorno.
Da tre anni ho una cavalla di circa 17 , di cui non conosco la storia precedente. Ha vissuto per un anno in box mentre ora vive in un piccolo paddock con una capannina circondata da altri recinti e quindi altri cavalli. Ora non è più possibile tenerla chiusa: è stato necessario metterla in box perchè si era ferita e la cavalla ha subito iniziato a dondolarsi e a girare su se stessa come un`ossessa, sudando molto. La stessa cosa avviene se la si chiude nella capannina all`interno del suo paddock. Insomma: non tollera più di sentirsi rinchiusa (e fin qui la posso capire). Ma non è finita. Riesco a vestirla e toelettarla solo ed esclusivamente nel suo paddock (non è molto pratico, soprattutto in inverno, quando piove), non sta ferma se la porto al lavaggio, inizia a raspare, a girare su se stessa e cerca di trascinarmi verso la sua “casa-sicura“, calmandosi solo quando capisce che stiamo tornando là. Questo suo comportamento mi crea notevoli difficoltà nella gestione da terra (naturalmente non posso ingaggiare una lotta basata sulla forza con lei, ma non posso neanche “dialogarci“ perchè in questi momenti non ascolta nulla: esiste solo la sua necessità di tornare a casa!), oltre a complicare la vita quotidiana di scuderia: se qualcosa nel suo ambiente cambia si scompensa e perde peso, se viene spostato il suo vicino di paddock passano giorni prima che si tranquilizzi, il maniscalco la deve ferrare al paddock etc..Spesso, passando dai paddock alle scuderie e viceversa, nitrisce ..ho l`impressione che sia alla ricerca continua di qualcosa/qulacuno. Cerca gli altri cavalli ma quando sono state provate convivenze ha sempre litigato (prendendole di santa ragione!), se stiamo lavorando ed un altro cavallo esce dal coperto e lei resta sola si agita per un pò, in passeggiata sta attaccata al cavallo che la precede e, al rientro, tira per andare avanti e tornare a casa in fretta.Io non riesco a darle sicurezza e, se la sento nervosa, mi agito a mia volta. Risultato: due perfette isteriche.
Devo dire che montata è buona: non fa nessuna difesa, non mette in pericolo, solo bisogno fare attenzione a non chiedere troppo, a variare molto il lavoro ed è un pò come se si dovesse sempre andarle incontro…se è serena si può chiederle un pò di più, altrimenti meglio lasciar stare, se no si agita, suda, non ascolta i comandi….
Io sono una principiante, ho iniziato a montare a 27 anni, ora ne ho 30 e vorei solo divertirmi…non credo di stressarla (monto per lo + il fine settimana): faccio qualche ora di lavoro in maneggio con l`istruttore, una piccola passeggiata ogni tanto…Vorrei un pò + di serenità in questo rapporto ma faccio fatica..subentrano una buona dose di scoraggiamento, un pò di paura, pessimismo in gran quantità (non ce la farò mai!). Poi, talvolta, i miracoli accadono: siamo serene, lavoriamo bene, accetta qualche coccola (per lo più è scontrosa) e mi sento in sintonia…sono regali che la mia cavallina mi fa e che danno la carica per continuare …ma che fatica…e come aiutarla in quei momenti di ansia, paura, ricerca continua del suo posto sicuro? Non è più una puledrina ed io mi chiedo: devo imparare a convivere con queste difficoltà e trarne il meglio che posso o si può intervenire ancora modificando questi suoi comportamenti? ma se per lei MODIFICA o CAMBIAMENTO o “COSA DIVERSA DALLA ROUTINE“ è uguale ad ANSIA, AGITAZIONE, PAURA….varrà la pena?
La ringrazio per il parere che vorrà darmi e la saluto,
Federica
- Ospite ha scritto 20 anni fa
Cara Federica, prima di tutto scusi per il ritardo dovuto al fatto che purtroppo non tengo la lista delle vostre domande in ordine cronologico e mi era sfuggito il lunghissimo periodo di attesa a cui l’avevo sottoposta. Per quanto riguarda la perdita di tempo ed energie spesi dietro ad altri messaggi… sono d’accordo con lei ! E passiamo alla sua cavalla: il cuore mi dice “venite a farvi una vacanza qui da me”. In effetti è un po’ difficile capire da lontano anche perché lei è una cavalla il cui comportamento è “sfaccettato” e sembrerebbe quasi cambiare atteggiamento a seconda della situazione ma non è così. Credo che si tratti di una profonda sfiducia nelle persone che lei non è riuscita ancora a curare ma che sono convinta riuscirà a fare nelle prossime settimane! Capisco il suo scoramento, sapesse quante volte ho detto anch’io “non ce la farò mai” ma poi si fa mente locale e si capisce che i problemi non bisogna affrontarli nella loro totalità (soprattutto quando sono così complessi) ma suddividendoli, come farebbe un cavallo, ed affrontandoli un segmento alla volta. La base è questo rapporto tra di voi che non è sereno ed equilibrato e che, soprattutto , non da, alla sua cavalla, la sensazione di essere protetta e guidata da lei. Da qui il raspare, l’insofferenza, l’ansia, le paure… tutto mi sembra dipendere da questo rapporto “incerto” nel quale nessuna delle due si sente a suo agio, o sbaglio? Prima cosa è quindi lavorare su branco composto da voi due. Lasci da parte tutti i problemi non legati a voi due e si concentri sui vostri incontri. La cosa più utile è fare “l’associazione” che descrive Monty Roberts ne L’Uomo che ascolta i cavalli (se non lo trova faccia gli altri esercizi e poi rivaluteremo la cosa più avanti). Dedichi un po’ di tempo alla sua cavalla. Vada nel suo paddock e stia con lei, si porti una sdraio ed un libro e ci passi le ore. Mi faccia sapere come reagisce. Se ha paura di qualcosa si metta tra lei e ciò che la spaventa e le dica che la protegge. Cominci a fare questo. Può anche iniziare a fare l’esercizio di passi avanti ed indietro che ho suggerito a Wolke in “capricci ingestibili”, questo serve ad attirare l’attenzione della cavalla su di lei e ad aiutarla ad abbassare il suo livello di adrenalina (quando è agitata e non “sente niente” è perché l’adrenalina è su ed in quel momento è impossibile che ascolti qualcosa di diverso dalla sua paura: il suo compito è quello di riuscire a tranquillizzarla facendo scendere la sua adrenalina ( se non ascolta la voce dolce, la chiami a voce alta e quando le da attenzione le parli con dolcezza o la impegni ancora con i passi indietro). Richiama l’attenzione che automaticamente viene distolta dalla fonte del problema di prima e poi la tranquillizza mettendosi sempre tra lei e la causa della paura). Provi e mi dica. Altra cosa: ma vive sola , al paddock? È uno stress stare da solo per un cavallo. se le prende dagli altri, ha mia pensato ad una capretta ? se lei non la va a trovare quotidianamente la cavalla con chi è che socializza tutti i giorni? Terzo punto: per un cavallo è assolutamente naturale vivere come stress un qualsiasi cambiamento, anche solo dell’acqua da bere, in più la sua cavalla dimostra di essere molto sensibile e tutto questo insieme crea la miscela esplosiva. Mi segue? Mentre inizia a provare questi nuovi comportamenti, avendo compreso adesso un po’ di più sui loro perché, dia alla cavalla il Rescue Remedy dei Fiori di Bach (8 gocce nell’abbeveratorio o nella bacinella dell’acqua , una /due volte al giorno e lo prenda anche lei , 4 gocce sotto la lingua, la mattina che va a trovarla e poco prima di andare). Quando la monta faccia solo passo e tenti soltanto di rilassarsi lei e di rilassare la cavalla. Basta, poi scende e la porta a mangiare erba ed a fare due passi. La volta dopo se tutte e due siete rilassate provate(dopo 10 minuti di passo) un po’ di trotto ma sempre serene e rilassate. Provi tutto questo e si faccia sempre seguire dal suo istruttore. Attendo sue notizie. Susanna
- Ospite ha risposto 20 anni fa
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