cavalla agitata

Salve,
da 4 anni ho una cavalla che uso per le gare di salto ostacoli. A volte, quando lavoro a casa, è molto tranquilla e rilassata, soprattutto durante il lavoro in piano. Quando si tratta di saltare inizia ad agitarsi e ogni motivo è buono per distrarsi ed evitare il salto. La stessa cosa succede in gara: il campo prova è sempre perfetto, poi entra in campo gara e a volte entra facendo un bel percorso, altre invece diventa nervosa e qualsiasi cosa le fa paura. Recentemente mi ha trascinata fuori dal campo gara, impedendomi di poter gareggiare.
Certi atteggiamenti strani li assume anche a casa. Quando lavoro nel coperto, la cavalla si spaventa per ogni rumore che sente nonostante nn sia da sola a lavorare. Sabato scorso ero entrata nel coperto per passeggiare lontana dai tafani, sentendo arrivare un cavallo da fuori si è spaventata mettendosi in piedi su due gambe e di conseguenza facendo spaventare anche me.
Cosa posso fare per calmarla? è senza dubbio una cavalla con molta energia e per questo cerco di metterla fuori il più possibile (moscerini e tafani permettendo).
C’è un integratore naturale che posso darle per renderla più tranquilla nel lavoro a casa e in gara?
La Ringrazio anticipatamente.

  • Ospite ha scritto 13 anni fa

Cara Claudia,
la paura è un problema sicuramente invalidante per qualsiasi animale, uomo compreso. In alcune situazioni il sistema nervoso centrale allerta l´organismo, innescando la liberazione di una serie di mediatori chimici (neurotrasmettitori, ormoni) che a loro volta, producendo uno stato di allerta generalizzato, un aumento del battito cardiaco, un´alterazione della frequenza respiratoria e innumerevoli altri effetti su visceri e sistema muscolare, permettono all´animale di "percepire" il pericolo ed evitarlo. La paura infatti è un tipo di emozione cosiddetta "adattativa": è importante per la sopravvivenza! Com´è possibile allora che questa emozione salvavita diventi un problema? Ci sono due situazioni tipo, legate entrambe all´esperienza dell´animale:
1. deprivazione sensoriale: l´animale che non sia stato esposto precocemente (o comunque in un periodo "sensibile") agli stimoli con cui avrà a che fare in futuro, ne avrà paura quando li incontrerà, sempre. È molto difficile eliminare questa paura nell´animale adulto, perché la mancata conoscenza in età precoce lo rende diffidente verso qualsiasi situazione. Ad es. nel cane l´incontro con l´uomo deve avvenire entro le 14 settimane di vita, altrimenti ci sarà sempre evitamento; questo è vero ad es. per cani che abbiano vissuto in allevamenti/canili lager, senza stimolazioni, o figli di randagi e che, una volta adottati, avranno paura di tutto: delle auto, della gente, delle tapparelle che si chiudono, del telefono che suona etc. etc.. ? coda tra le gambe, orecchie basse, pupille dilatate, frequenza accelerata (se c´è una via di fuga se la daranno a gambe, altrimenti, messi alle strette potranno reagire con aggressività da paura). Immagini quanto questo possa risultare ancora più estremo se l´animale è un cavallo, più grande e sicuramente più veloce di un cane! Il fatto che fugga precipitosamente e la conduca fuori dal campo è inevitabile ma è anche un segno positivo, perché non c´è aggressione. Un ulteriore problema in genere è che il cavaliere, in questi frangenti, si irrigidisce e trasmette ancora di più ansia all´animale, rinforzando quindi la sua sensazione fobica (io ho paura… se ha paura pure Claudia, allora questa cosa deve essere davvero terribile!!!).
La deprivazione ambientale si cura esponendo l´animale un po´ per volta e soprattutto senza fretta, agli stimoli fobici, in modo da tranquillizzarlo e permettergli di trasformare la paura in curiosità per il nuovo, un aspetto cognitivo che non deve mai essere sottovalutato. Per risolvere la situazione è però necessario che l´animale affronti le sue paure con qualcuno legato a lui da una "relazione" positiva, cioè un legame di piena fiducia e rispetto. I metodi proposti da vari sussurratori anziché diminuire la risposta agli stimoli ansiogeni, creano solo rassegnazione nell´animale, che starà buono per paura delle punizioni, ma si sottrarrà allo stimolo ogni volta che penserà di poterla fare franca.
2. Associazione della situazione con un evento traumatico del passato (non è detto che il proprietario conosca questo evento del passato, anche se sarebbe buona norma, quando si acquista un cavallo, chiedere notizie sulla sua vita, di come è stato gestito e allevato, verificare se è un cavallo sereno o meno). In questo secondo caso l´animale non avrebbe paura in senso generale, ma verso un particolare tipo di situazione (il campo di gara) o persona (il groom, il veterinario etc.), un angolo particolare del campo, un animale che lo ha particolarmente spaventato (un conspecifico, un cane, un uccello etc.). Scoprire se si tratti di questo tipo di paura è molto intrigante, bisogna osservare bene l´animale e cercare di fare delle prove per escludere alcune situazioni particolari. Le consiglio di leggere, per farsi un´idea, "La macchina degli abbracci", il meraviglioso libro di Temple Grandin, una donna autistica che percepisce il mondo in modo simile ai nostri animali e che quindi può darle utili spunti per verificare le sue ipotesi.

Non le consiglio sostanze psicotrope, ma studio, mettersi in discussione, agire con calma e toni bassi, conoscere meglio il suo cavallo: in fondo, gli sta affidando la vita!
Saluti, PL

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