Buongiorno, ho letto l’articolo sulle nuove norme fiscali che sembrano minacciare i proprietari di cavalli.
Non ho capito se si tratta di norme già approvate o solo di disegni di legge proposti. Grazie
- Ospite ha scritto 14 anni fa
Purtroppo sono già approvate!Ed in vigore.
Ti trascrivo il testo della lettera che il presidente Fise, Avv. Paulgoss, ha inviato a all´on. Giulio Tremonti, ministro dell´Economia e delle Finanze, all´on. Giancarlo Galan, ministro delle Politiche Agricole, all´on. Alberto Giorgetti, sottosegretario all´Economia e Finanze, e all´on. Francesca Martini, ministro della Salute.
Illustrissimi Signori,
con la presente intendo porre alla Loro attenzione la preoccupazione mia e di tutti i tesserati della FISE in merito all´inserimento del possesso del cavallo come elemento di valutazione del reddito (redditometro) e quale parametro di valutazione della capacità contributiva.
La prima osservazione che s´impone è la mancata valutazione delle diverse situazioni che si riscontrano nella realtà, ben diverso è l´onere per il mantenimento di un cavallo impiegato nelle corse rispetto a quello impiegato negli sport equestri o utilizzato per diporto o tenuto a livello amatoriale o destinato all´allevamento. Sarebbe come non differenziare dal punto di vista di indicatore contributivo il possesso di una barca a remi da un mega yacht di 20 metri.
Ben diverso è l´onere sostenuto per un cavallo mantenuto in proprio o in pensione come ben diversa è l´attenzione dovuta dal punto di vista fiscale al cavallo da reddito o al cavallo che svolge una funzione socialmente rilevante quando d´affezione o impiegato nella Riabilitazione Equestre.
Da informazioni pervenute sembra che l´Agenzia delle Entrate abbia attribuito, ignorando le premesse sopra esposte, sulle base delle tabelle ministeriali cui rimanda l´Art.38 del DPR 600/1973, un reddito da possesso di cavallo pari ad euro 42.000,00 dimostrando un´anacronistica visione del mondo del cavallo ed ignorando l´evoluzione che negli ultimi anni ha avuto il rapporto uomo-cavallo.
La mancata differenziazione delle diverse tipologie di cavalli e del loro utilizzo rischia di vanificare le strategie di rilancio degli Sport Equestri, settore dal punto di vista numerico a rischio di crisi che, se da un lato è incentivato come attività sportiva ed educativa, dall´altro verrebbe penalizzato da un´impropria imposizione fiscale.
Considerare il semplice possesso di un cavallo indicatore di reddito nella maggior parte dei casi porterebbe a supporre un reddito sproporzionato rispetto alla capacità contributiva del proprietario.
Si aggiunga a quanto esposto che l´auspicata destinazione dei cavalli a fine carriera alla categoria dei NON produttori di alimenti destinati all´uomo già ne rende impegnativa la detenzione da parte dei proprietari. L´imposizione fiscale impropria preventivata la renderebbe insostenibile.
Riteniamo che una rivisitazione da parte del Ministero delle Finanze della problematica legata all´inserimento del cavallo nel redditometro sia giusta e doverosa anche in considerazione della grave crisi che sta attraversando il settore che avrebbe bisogno di sostegni più che di azioni penalizzanti.
Confido nell´attenzione che Loro sapranno dare alla definizione di regole giuste e adeguate alla reale capacità contributiva dei 100.000 tesserati che ho l´onore di rappresentare e confermo la piena disponibilità a contribuire a definire parametri adeguati e coerenti con le situazioni reali che il mondo dei cavalli esprime.
Presidente Nazionale FISE
Avv. Andrea Paulgross
- Avv. Virginia Polidori ha risposto 14 anni fa
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