Gentile Sig. Lambruschi,
ho assistitito ad una lezione di equitazione per disabili; lezione inserita in un progetto finanziato dalla Privincia di Lecce. Nel gruppo erano presenti diversi casi, dalla sindrome di down alla sindrome di williams. Ora mi domando se sono state canonizzate le differenze tra ippoterapia, riabilitazione equestre, terapia per mezzo cavallo ed equitazione per disabili. Quando il cavaliere non ha una propria volontà per montare a cavallo, si può ancora parlare di equitazione per disabili? Inoltre è giusto condurre una lezione con questi cavalieri in modo rigido e militaresco, non permettendo nessuna interazione nè tra di loro nè con il cavallo? Per questo tipo di attività il personale del centro equestre che titoli dovrebbe avere? Oppure chiunque si può improvvisare “apprendista stregone“? In attesa di un suo cordiale riscontro le porgo i miei più distinti saluti.
Elena Sapio
- Sapio Elena ha scritto 16 anni fa
gent. Elena,
il fatto che alcuni progetti siano finanziati dagli Enti Locali non significa “completa garanzia“ di efficacia e competenza; quello che ha evidenziato nel suo contatto è probabilmente l`evidenza che a gestire tali situazioni sono persone che non hanno una reale competenza nell`ambito, soprattutto se è vero l`aspetto “militaresco“ e di poca interazione con il cavallo e/o con gli altri…
Potrebbero queste persone, come tante nel nostro ambito, avere titoli importanti ed abilitazioni tra le più specifiche nel lavoro nelle differenti aree di intervento, non è però possibile infondere la voglia di lavorare, la passione e, soprattutto, la consapevolezza di raggiungere obiettivi sulla base di opportune metodologie (educative o riabilitative).
Troppo spesso si dimentica che dietro a questi ambiti di intervento c`è un Ruolo di Servizio che imporrebbe competenza, passione e abilità relazionali di grande spessore….
Forse è questa la reale crisi di un pò tutta la nostra Società: poca passione in quello che si fa, demotivazione nel voler pianificare gli interventi, essere aggiornati e periodicamente verificati nel personale operato….
L`improvvisazione è sempre un male: troppo spesso si vedono corsi di formazione che “abiliterebbero“ con grandi riconoscimenti, spesso facendo intendere di abilitare in ambiti tra i più diversi: il mio consiglio è quello di valutare oculatamente chi propone detti corsi, la serietà e -soprattutto- la storia dei formatori e dell`organizzazione proponente!
Poi, tutti i corsi, forniscono delle competenze basilari che sarà responsabilità del singolo implementare per migliorare il suo operato.
Dalla Terapia (da svolgersi sotto la guida di riabilitatori, fisioterapisti, psicomotricisti, fisiatri ecc), all`aspetto Rieducativo (proposto da Educatori e Pedagogisti in genere), fino al presport ed allo sport ( brevetti tecnici in ambito CONI): tutte le figure professionali che svolgono attività in un centro di equitazione sociale dovrebbero essere incuadrati in equipe multidisciplinare supervisionata… Troppo spesso però non accade…
Un saluto
- Roberto Lambruschi ha risposto 16 anni fa
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