Quanto spesso si sente dire che un cavallo era addestrato per una certa cosa, ma le circostanze hanno giocato contro di lui e…
La realtà in cui siamo immersi in ogni momento viene percepita attraverso i sensi anche dal cavallo che agirà in accordo alla sua percezione, genetica e personalità, in un modo che può essere diverso da come noi lo abbiamo addestrato.
Essere presenti alla situazione, vedendo come il cavallo agisce, accettando il suo comportamento e agendo di conseguenza ci dà la possibilità di cooperare con lui.
Uno degli aspetti che l’approccio Human Horse Sensing aiuta è di stabilire con il cavallo una relazione che permette di affrontare ogni situazione indipendentemente dalla nostra esperienza con un certo cavallo o dalla nostra principale attività equestre.
L’interazione che HHS suggerisce fa in modo di mettere uomo e cavallo in grado fisicamente e mentalmente di affrontare insieme ogni circostanza che si presenta.
Alessandra Deerinck
Medico veterinario e addestratrice.
Autrice di “Human Horse Sensing. Tra uomo e cavallo il movimento è comunicazione”, pubblicato da Equitare.
Articoli e approfondimenti consultabili su ilportaledelcavallo.it (corredati da video).
La relazione tra uomo e cavallo
La modalità con cui un binomio Uomo – Cavallo funziona è profondamente legata a come entrambe gli individui percepiscono con i sensi la situazione che stanno vivendo al momento, combinandola con la loro genetica, storia e personalità.
Nella vita reale gli individui raccolgono informazioni su ciò che li circonda attraverso i sensi (vista, udito, tatto, olfatto gusto), la cui attività di percezione è sempre attiva.
Le informazioni ricevute vengono elaborate a livello cerebrale e determinano il comportamento che verrà esibito dagli individui. In aggiunta alle variabili che la genetica e la personalità aggiungono all’equazione del comportamento, la relazione tra individui si evolve in base alla qualità della comunicazione tra i soggetti coinvolti.
Tra essere umano ed equino ci sono radicali differenze nel modo in cui usano i sensi per comunicare. I cavalli comunicano principalmente mediante la vista e il linguaggio del corpo e secondariamente attraverso l’udito, data la limitata capacità di articolare i suoni.
L’essere umano comunica principalmente attraverso la parola e secondariamente attraverso il linguaggio del corpo. Tra i due, il leader è quello che si rende conto della situazione e che crea le circostanze della conversazione. Una comunicazione strutturata verso il futuro può trasformare il modo in cui una situazione è percepita dagli individui che la vivono: il leader è quello che è sempre aperto verso il futuro e lo pianifica.
Da ciascuna interazione gli individui coinvolti costruiscono memorie che certamente influenzeranno il loro comune futuro.
Aspetto fisico e mentale devono essere sempre considerati nell’addestramento di un cavallo.
Il cavallo è un individuo che oltre ad essere un mammifero con tutte le sue funzioni fisiologiche ha anche una sua personalità e un suo umore. Attorno a lui c’è l’ambiente, dove si trovano oggetti inanimati e altri individui. Equini e umani hanno in comune un tratto molto definito che è la socialità, che ha alcune caratteristiche simili alla nostra, con valori come l’amicizia, la fiducia, il rispetto.
La società naturale dei cavalli è in genere un branco con funzioni riproduttive, formato dallo stallone, le “sue” fattrici e i puledri giovani, che in condizioni naturali verrebbero allontanati dal branco di origine quando raggiungono l’età riproduttiva. Le interazioni tra individui del branco avvengono mediante l’uso del comportamento attraverso la comunicazione recepita attraverso i sensi. Nella comunicazione tra cavalli si possono distinguere qualità come la cooperazione, la concentrazione, la capacità di ascoltare, di eseguire e di dirigere con tratti genetici che sono specifici per l’organismo equino e le sue esigenze. All’interno della struttura sociale di un branco di equini si possono riconoscere vari ruoli, che gli individui assumono a seconda della loro personalità e che li collocano in una gerarchia basata “sull’ordine di beccata” e dove l’individuo che assume il ruolo di leader è quello che fa da guida a tutti gli altri. La sopravvivenza è sempre il fine ultimo del leader ed è ciò che fa si che lui ricopra tale ruolo.
Attraverso la conoscenza di come interagire con i cavalli in modo socialmente corretto sotto i parametri equini si può riuscire ad interagire in modo cooperativo aiutandoli nelle varie circostanze in cui noi li poniamo, sia che si tratti della vita di ogni giorno, sia che si tratti di trasferte in occasione di eventi sportivi. Nella nostra relazione con il cavallo è importante renderci conto che se siamo lontani dal cavallo, lo possiamo raggiungere attraverso la sua vista o il suo udito, se invece siamo vicini lo raggiungiamo ancora attraverso l’udito, ma facilmente anche attraverso il tatto, l’odorato e anche il gusto.
Avete mai avuto la sensazione che il vostro cavallo non voglia avere nulla a che fare con voi o sia di cattivo umore? Se vi trovaste con lui in libertà ve lo potrebbe dire apertamente andandosene lontano da voi e disinteressandosi alla vostra presenza nello stesso spazio. Questo stato mentale può essere quello in cui si trova un cavallo che ha appena affrontato un viaggio che l’ha portato in un posto nuovo, e dopo essere stato chiuso in uno spazio estremamente limitato si trova circondato da un ambiente sconosciuto. Affrontare un evento anche se facile, potrebbe essere per lui problematico a meno di non avere il tempo di familiarizzarsi con il nuovo ambiente.
Se il tempo non c’è, l’aiuto di cui il cavallo ha bisogno è avere vicino un individuo che lui riconosce come leader. Questo è inteso nel senso più naturale della parola, come chi gli fornisce il modo di sopravvivere. Avere il ruolo di leader agli occhi del cavallo è qualcosa che va conquistato attraverso una relazione con lui, sia che la relazione sia di pochi attimi, sia che duri anni, ma soprattutto che sia sempre immersa nella realtà perché il cavallo è un individuo vivo, non un oggetto con bottoni che possiamo schiacciare e che ci danno sempre la stessa risposta.
A parte tutti i dettagli e le regole per viaggiare, che devono assolutamente essere rispettate e variano a seconda di dove ci troviamo e di dove andiamo, vediamo come possiamo aiutare il cavallo nelle trasferte. Il comportamento di ogni cavallo è diverso e il successo delle nostre azioni è legato alla nostra capacità di osservare e valutare onestamente il comportamento di ogni soggetto.
Quello che può essere stressante per un cavallo non lo è per un altro. Quando arriviamo con il cavallo in un posto nuovo, cerchiamo di stare accanto a lui mentre entra nel nuovo ambiente e aiutiamolo conducendolo nell’area a lui destinata, e che avremo preparato in modo appropriato prima di condurvi il cavallo. Sia essa a fianco del trailer, in un recinto o in un box, restiamo con lui mentre la esplora, e fino a quando abbiamo la sensazione che si senta a suo agio. Il modo migliore per vedere quando ciò accade è osservare se mangia, o se beve tranquillamente o se addirittura cerca di rotolarsi. Portare con noi il fieno che mangia abitualmente può essere d’aiuto al cavallo che mangiandolo troverà una cosa a lui familiare.
Fare attenzione agli altri individui presenti nel nuovo ambiente, ci pone in una posizione di leadership agli occhi del cavallo. Un punto importante del nostro comportamento è cercare di fare in modo che il nostro cavallo abbia abbastanza distanza tra sé stesso e gli altri individui, siano essi cavalli o esseri umani, in modo che sia a suo agio e non si senta minacciato o deva competere per il cibo o il territorio. Se siamo in trasferta, è meglio che noi ci assumiamo il compito di mediatori piuttosto di sottoporre il cavallo ad altri stress psicologici.
Quando il cavallo mostra di essere a suo agio appena arrivato, l’andare a esplorare l’ambiente insieme è il modo migliore per aiutarlo a familiarizzarsi con il posto, i rumori e gli odori nuovi. Restare in una posizione dove il nostro cavallo può vedere o udire altri cavalli, lo aiuta nel giudicare e affrontare le circostanze.
Un’altra azione fondamentale è restare nel suo campo visivo, in modo da non causargli ansia. Se un oggetto lo rende preoccupato, non forzatelo ad avvicinarsi, se lo forzate verso un oggetto che lo impaurisce non vi vedrà più come un leader degno di essere seguito.
Fategli vedere lo stesso oggetto avvicinandovi ad esso insieme e fino a dove il cavallo si sente a suo agio e facendolo anche da diverse angolazioni, in modo che possa avere l’occasione di studiarlo e non temerlo.
Il fatto che siamo noi a fare questa esperienza con lui ci pone in una posizione degna della sua fiducia. Un altro modo di aiutarlo a superare la sua diffidenza può essere sfruttando il fatto che i cavalli possono imparare azioni a cui sono interessati dall’osservare gli altri individui che le compiono.
A volte può essere sufficiente farsi aiutare da qualcuno che tenga il cavallo e fare vedere a lui come noi ci avviciniamo all’oggetto in questione senza subire conseguenze.
Prendersi cura di spazzolarlo può essere un modo per fare che il cavallo si rilassi anche se in un posto nuovo e lo faccia con la nostra partecipazione. Non fare mancare mai al cavallo cibo e acqua, che sono elementi essenziali per la sopravvivenza.
Per i cavalli, il leader è quello che porta il branco all’acqua e al pascolo, e li dirige verso cose che sono loro necessarie o li porta lontano da pericoli e situazioni indesiderate. Viaggiando portiamo il cavallo in situazioni indesiderabili per lui, cosa che ai suoi occhi un leader non farebbe mai.
Arrivati a destinazione abbiamo anche l’occasione per riconquistarci la sua stima dimostrando di prenderci cura dei suoi bisogni primari ed essendo l’elemento familiare e amico in un ambiente nuovo e ignoto.
Se la trasferta è breve il fatto che il cavallo ci riconosce come leader, può essere l’elemento determinante per il successo, se invece è di lunga durata, possiamo con la nostra guida aiutare il cavallo a familiarizzare con l’ambiente, in modo da rafforzare la nostra posizione e affrontare al meglio la prova insieme. A volte, si viaggia con altri cavalli e tenerli insieme aiuta la loro confidenza.
Alessandra Deerinck, attraverso Human Horse Sensing
(www.hhsensing.com)
si propone l’obiettivo di insegnare a comunicare e interagire con i cavalli in un modo immediato e con concetti sociali istintivi per umani ed equini.
Invece che affidarsi tradizionalmente solo alla comunicazione basata su risposte condizionate che il cavallo apprende attraverso l’addestramento, essere umano ed equino imparano a interagire spontaneamente e in modo non casuale.
Questo tipo di comunicazione permette di costruire solide fondamenta per la relazione tra uomo e cavallo, e poterle usare in ogni circostanza in cui ci troviamo a interagire con un cavallo a terra e in sella, con e senza finimenti e indipendentemente dalla disciplina che si sceglie.
La comunicazione deve essere anche adeguata al senso con cui il cavallo la percepisce, e conoscendo come il cavallo usa i sensi è possibile modulare la nostra comunicazione con lui attraverso il movimento senza dover ricorrere sempre ad interazioni cui il cavallo è condizionato mediante l’addestramento.
PROGRAMMA DEL CORSO
(formato tradizionale e online)
1 Introduzione.
2 Il comportamento come espressione completa dell’individuo.
3 La struttura della relazione.
4 La socialità da uomo a cavallo.
5 Gli elementi della comunicazione da uomo a cavallo.
6 Leadership tra uomo e cavallo.
7 Come i cavalli usano i sensi e come li usiamo noi, esseri umani.
8 L’uso dei sensi per la comunicazione con il cavallo con e senza i finimenti.
9 Applicazioni pratiche.
10 Chiusura.
Per informazioni sui corsi HH Sensing visitate il sito www.HHSensing.com
o chiamate il numero USA 001 760 715 1554 (siamo su whatsapp).
INFORMA N. 1 – 2023