La stagione migliore per piacevoli gite in carrozza o passeggiate nel parco era l’estate ed era anche la stagione in cui i proprietari e, perché no, le signore si dedicavano con piacere alla guida.
In estate era, però, necessario ripararsi dal sole e dalla calura, soprattutto per le signore dato che, a quei tempi, la pelle abbronzata era indice di lavori all’aperto e le vere dame, rigorosamente, dovevano avere una pelle chiara e delicata. Ed ecco, allora, la scelta di dotare le carrozze scoperte di parasole, accessorio proposto in svariati modelli e tessuti, alternativa estiva alla capote che proteggeva per lo più dalle intemperie invernali.
UNA STORIA ANTICA
Nelle illustrazioni di vecchi libri e riviste sono riprodotte immagini di bassorilievi, dipinti, oggetti ritrovati da archeologi che mostrano come, su cocchi o carri destinati al trasporto di faraoni o re, erano montati parasole per proteggerli dalla calura. Una stampa in un libro pubblicato a Londra da Cassel &C. mostra un cocchio della antica civiltà Assira trainato da una coppia di cavalli con il sovrano protetto da un ombrello. A Xian in Cina il ritrovamento della famosa Armata di Terracotta ha riportato alla luce il carro del primo imperatore cinese con un ampio parasole a ombrello, aperto e fissato al centro del carro.
Archeologi al lavoro nella tomba del faraone Tutankhamon hanno ritrovato un parasole e, che fosse montato sul suo carro, è testimoniato, secondo gli esperti, dall’usura della parte utilizzata per il fissaggio. Vescovi, papi e personalità di alto rango, per molto tempo, erano adusi a mostrarsi in pubblico su carrozze o portantine dotate di quel che viene comunemente chiamato “baldacchino” ma che altro non è che un parasole a tenda di varia foggia riccamente adornato con balze e frange. Aveva la funzione di proteggere e concedere frescura di rendere onore a cose sacre, oltre a divenire anche simbolo di un particolare status sociale. Tante, insomma, le testimonianze dell’uso gia’ in tempi antichi di parasole, ombrelli, tende su cocchi o carri.
PARASOLE DA CARROZZA
Parasole erano già utilizzati su carrozze nel XVII secolo. Risalenti al secolo successivo e parte di collezioni sono due originali carrozze da giardino con parasole fisso risalenti alla metà del 1700. Una appartenne al re Federico il Grande di Prussia. Si trova nel castello di Sannsoussi a Potsdam. La seconda con parasole circolare( vd.pag.30) fa parte di una collezione privata in Germania. Su alcune vetture, come queste, il parasole era fisso, ma su molte carrozze i parasole erano accessori removibili (Jean-Louis Libourel,Voitures hippomobiles, pag 254), che venivano montati su vetture scoperte al bisogno ed erano, di solito, in tela di cotone con frange, ma anche in seta e preziosi tessuti ricamati
IMMAGINI DA CATALOGO
Parasole ce n’erano di vari modelli, ma principalmente “si distinguevano in “parasole a ventaglio” e “parasole ad ombrello”. Il modello a ventaglio e quello ad ombrello si differenziano per il sistema di apertura (in senso orizzontale o verticale) e anche per la posizione nella quale vengono fissati sulla vettura (posteriore o centrale). Nel primo la tela sorretta dai raggi si dispiega a ventaglio. Una volta aperta, assume la forma di un rettangolo. La barra di sostegno si monta dietro il sedile e ci sono delle aste o dei tiranti a sostenere ai vertici il parasole di solito adornato da frange. Nel parasole a ”ombrello” le aste di distensione sono fissate in modo circolare rispetto alla barra, che viene posizionata al centro della vettura. Anche i parasole ad ombrello presentano delle lunghe frange o festoni sui bordi. Non è raro trovare, nei cataloghi dei carrozzieri dell’Ottocento, rappresentazioni di parasole. I grandi carrozzieri, come Binder, Kellner, Mülbacher, Labourdette ne avevano immaginato diversi modelli con forme e dimensioni varie. La cosa più sorprendente è trovare questa attrezzatura su tutti i tipi di carrozza, dal Duc, al Vis-àvis, persino sui Coach.
COLLEZIONI PUBBLICHE E PRIVATE
E’ possibile vedere parasole originali anche su carrozze esposte in collezioni private o pubbliche. La Frick Art & Historical Center in Pittsburg (PA) espone un Basket Phaeton del 1903 di Brewster and Company con delizioso tendalino parasole in tela, così come il leggero Surrey Carriage esposto al St.Louis Car Museum. Non abbiamo più traccia, dopo lo smembramento della famosa collezione “Quattroruote”, del pregevole esempio di Vis-à-vis con parasole firmato Ferrari che veniva così descritto:“Elegante carrozza da passeggio; gli occupanti erano riparati da una tenda parasole a forma di baldacchino, in tela chiara. Notare la finezza degli accostamenti: il sedile del cocchiere e quello del lacchè sono della stessa tela gialla del parasole.”
E ancora fa parte della collezione di vetture per la caccia dei Savoia, esposte negli appartamenti Reali del Parco La Mandria, lo Char-a-banc firmato Rosso&Figli del 1820, dotato di parasole originale in tela. Anche i parasole potevano essere firmati: riportavano sul tessuto le etichette o sull’asta di sostegno l’incisione. Di alcuni abbiamo documentazione del restauro, come di quello montato sul piccolo Duc a balaustre restaurato da Donato e Pasquale Orza e in esposizione nella loro bottega di restauro a Sarno (SA).
NEI CONCORSI DI TRADIZIONE ED ELEGANZA
Sfortunatamente, i parasole sono diventati oggetti rari, essendo anche di materiali facilmente deteriorabile. Non è comune trovarli su vetture presentate in competizioni tradizionali o di eleganza, ma non è impossibile. Negli Stati Uniti sono in uso ancora alcune vetture fornite di parasole come “basket phaeton” con un ombrello a ventaglio, o Surrey riportate alle condizioni originali o anche modelli più rari. Complimenti quindi a signore americane che nell’importante Concorso di Tradizione il Carriage Classic a Villa Louis (monumento storico nazionale nel Wisconsin sud-occidentale ) si sono presentate con due splendidi parasole. Ci riferiamo a Mary Chris Foxworthy con il suo Concord Runabout e a Susie Haszelbart con un con un meraviglioso Wicker Phaeton.
GRUPPO ITALIANO ATTACCHI - Associazione Sportiva Dilettantistica
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