Aziende esperte in lavorazioni agricole ippotrainate, attente alla tradizione nell’innovazione, appassionate della sostenibilità, sperimentano nuove vie in agricoltura nel segno di una storia antica, che coniuga i verbi al futuro.
L’introduzione di attrezzature agricole affatto particolari, studiate per l’attività specifica e sulle esigenze del cavallo, dimostra che il binomio cavallo-attrezzo risponde alle risoluzioni offerte alle molteplici sfide di ordine sociale, economico e ambientale che Agenda 2030 impone. Le aziende sono chiamate ad una crescente produzione sostenibile, proprio perché la trazione animale in agricoltura assicura costi contenuti, ecosostenibilità, rinnovabilità dell’energia prodotta e ridotta compressione del terreno.
Il passo del cavallo, a differenza del trattore, dà vita al terreno, non ne distrugge gli organismi e i microrganismi presenti. E un terreno sano dona frutti sani, con una minore dispersione di risorse e, di conseguenza, di tempi e costi. Il cavallo non ha mai smesso di essere un animale agricolo dalle straordinarie potenzialità collaborative.
L’agilità dell’animale non ha confronto con qualsiasi mezzo meccanico. Passa ovunque, anche in mezzo ai fusti arborei di un filare e di un bosco, ha una mobilità molto più ampia di una trattrice. Un cavallo collaboratore esperto, grazie alla sinergia con il lavoratore agricolo, riesce a fermarsi e a ripartire al semplice comando della voce. Impara i percorsi, scansa gli ostacoli, sa reagire a situazioni particolari, mantiene l’equilibrio. I
n caso di terreno inaccessibile ai pesanti mezzi meccanici, il cavallo può entrare comunque. Inoltre, l’evoluzione tecnologica delle attrezzature propone tante soluzioni quanti sono i tipi di lavorazione agricola – dalla vigna al campo aperto, fino all’orticoltura – e contribuisce al riequilibrio energetico. Utilizzando energia autoprodotta, rinnovabile, non inquinante, si dà vita a sottoprodotti ad alto valore aggiunto, permettendo di rinunciare alle fonti ad alta intensità energetica.
Il passaggio fondamentale, tanto dell’economia quanto della qualità della vita, sta nella scelta di mettere l’uomo al centro della produzione agricola, piuttosto che la potenza delle macchine. Parliamo di una modalità, ma anche di una soluzione intelligente, che in agricoltura, da un lato, favorisce l’incremento del capitale umano e dall’altro le potenzialità dell’azienda stessa. Incrementa, inoltre, i passaggi sull’appezzamento, consentendo di lavorare su finestre di intervento più ampie e di moltiplicare le tecniche di lavorazione.
Valorizzando il lavoro dell’operatore agricolo e del suo cavallo, si riducono i costi delle attrezzature e delle riparazioni, in direzione di un maggiore investimento umano e sociale. Grazie anche a scambi con realtà europee che da più tempo utilizzano il cavallo nell’attività agricola, anche in Italia le aziende che lavorano in agricoltura con il cavallo, solitamente molto piccole, spesso situate in zone svantaggiate di collina e montagna, ma anche di pianura, cominciano a crescere. La sperimentazione e la ricerca riguardano non solo la generale cura dei campi, ma anche la viticoltura e l’orticoltura e proprio queste sono oggetto di alcuni fini statutari dalla neonata associazione “Eponalia cavalli in agricoltura” con sede in Assisi, Umbria.
Soci di aziende agricole e alimentari biologiche, Presidente esperto di cavalli e di attacchi, formatosi presso il CREA, ente di ricerca pubblico e centro italiano di allevamento del cavallo lipizzano, rappresentanti di culture e valori equestri, costituiscono la base dell’Associazione che deriva il nome da “Epona”, dea celtica poi oggetto di culto a Roma, raffigurata con cavalli e muli, Grande Madre e Patrona della fertilità. Sperimentazione e ricerca riguardano anche una serie di attrezzature usate nel lavoro a trazione animale, attrezzature che si rivelano preziose su terreni e per produzioni diverse per la loro adattabilità. L’avantreno o portattrezzi È un piccolo attrezzo molto utile che collega l’animale all’attrezzatura vera e propria; può essere accoppiato a molte attrezzature, anche non dotate di attacchi specifici per il cavallo (per esempio un erpice snodato, un rullo, una seminatrice trainata ecc.), e consente di cambiare facilmente attrezzatura senza dover continuamente attaccare e staccare il cavallo dalla stessa.
L’aratro condotto a mano Attrezzo adatto a piccole superfici, è leggero e consente di muoversi agevolmente anche in spazi ridotti. Si può utilizzare sia con cavallo singolo che con pariglia. L’aratro da pieno campo Adatto a superfici ampie; può essere monovomere (con un solo vomere) o plurivomere (con più vomeri), semplice o voltaorecchio (cioè in grado di riprendere ad arare in senso contrario nel solco precedente). Realizzato in diverse versioni, ognuna adatta a uno specifico tipo di lavorazione, va quindi scelto in base alle necessità. Viene utilizzato in piccoli appezzamenti per eseguire la sarchiatura nella coltivazione di ortaggi, ma anche in frutteti e vigneti. Solitamente viene trainato da un solo cavallo.
Il coltivatore da pieno campo Adatto a grandi superfici, viene trainato da due-tre o più cavalli. Viene usato per la lavorazione superficiale del terreno, per tenerlo pulito dalle erbe infestanti o per preparate il letto di semina. Il coltivatore canadese Molto adatto alle lavorazioni di piccoli appezzamenti, il coltivatore canadese compie un ottimo lavoro di pulizia dalle erbe infestanti e nello stesso tempo esegue una benefica azione vibrante sul terreno per mezzo delle sue particolari molle. Per movimentare questi aratri sono necessari almeno due cavalli. Lavoro in campo aperto, viticoltura, orticoltura con il cavallo: lavoro di nicchia per ora; questa sarà l’agricoltura di domani se si vorrà lasciare ai posteri un pianeta migliore di quello che hanno lasciato a noi.
Di Paola Corsaro, Photo credits: Eponalia-Cavalli in agricoltura, e-gazzette.it