Si è concluso con successo il Bischerotto Tour, evento ideato e realizzato dai nostri Soci Mirko Belli, Claudio Tronci e Paolo Lascialfari e dai molti appassionati di Attacchi entusiasti delle bellezze della Toscana, che li hanno accompagnati in una fantastica tre giorni.
Con tre carrozze sportive attaccate a pariglie di cavalli italiani (Monterufolini, Murgesi) gli equipaggi hanno percorso 100 chilometri partendo da Prato e raggiungendo la Tenuta di San Rossore a Pisa. Le splendide province toscane di Prato, Pistoia, Lucca e Pisa sono state attraversate nel rispetto della natura ed anche di tutte le regole sanitarie che il periodo di pandemia ha imposto. Promosso da “La Ciompa” di Prato, associazione impegnata nel diffondere le discipline equestri, in particolare il Trekking e gli Attacchi, il Bischerotto Tour ha saputo coinvolgere nel viaggio anche le persone disabili delle Associazioni: Pangea, Diapsigra e Liberamente Natural.
Come è nata l’idea del Bischerotto Tour?
Questo viaggio nasce in una lunga giornata invernale passata in scuderia, l’unico posto dove potevamo scappare dal tran tran del virus. Sconfortati dalle necessarie chiusure e limitazioni, ci venne da dire, “appena riaprono si va a fare una bella girata in carrozza!” E quell’idea si materializzò immediatamente “si prendono le vie antiche che si facevano a carrozza per andare al mare”. La destinazione più logica che individuammo fu il Parco Naturalistico della Tenuta di San Rossore, palestra indiscussa per allenare i cavalli, chilometri di strade bianche immerse nella macchia mediterranea.
L’idea era sensazionale e cresceva in noi il desiderio di dargli un nome adatto, che fosse simpatico e che potesse racchiudere la goliardia tipica di noi Toscani. Da buoni amanti della forchetta ci venne spontaneo legare questo viaggio a un prodotto tipico, che immediatamente facesse pensare alla Toscana. Se la partenza era da Prato, dove noi abbiamo il nostro centro e i nostri cavalli, terra d’origine del famoso Cantuccino alle Mandorle da inzuppare nel Vin Santo e l’arrivo in San Rossore, che è la patria del Pinolo, ecco la folgorazione: “il Pinolo sarà raggiunto dal biscotto di Prato, il famoso Cantuccino da inzuppare”.
E il nome Bischerotto Tour?
Da questa idea culinaria siamo arrivati al nome di Bischerotto: le persone ingenue “stupidotte”, a cui manca qualche venerdì vengono appellati «bischeri» in Toscana e, associando il biscotto al bischero, venne fuori il “Bischerotto”. Veniva a pennello che un ipotetico personaggio, un pupazzo a forma di cantuccino alle mandorle un po’ bischero, corresse attraverso 15 comuni e metà della Toscana per raggiungere l’amore suo, che non lo corrispondeva… un pinolo.
Bella l’idea! Poi l’organizzazione ha richiesto sicuramente impegno, raccontateci… Questa bella idea abbiamo dovuto metterla in pratica e, man mano si andava avanti, il viaggio ci appassionava. Abbiamo valutato il percorso, abbiamo sentito uno dei vecchi “barrocciai”, Leopoldo Toccafondi, se volesse venire con noi, abbiamo interpellato Michele della Pace per le consulenze tecniche. Lui, partecipa con il suo centro FISE e i ragazzi del paradriving a gare sportive ed a viaggi del genere, così, appena esposto il progetto, si è fatto avanti con la sua associazione Liberamente Natural per aggregarsi al tour.
Purtroppo a causa dello slittamento della data di partenza, prevista all’inizio di maggio, dovuto alla pandemia, hanno potuto accompagnarci solo all’entrata in Montecatini con il Paratleta Davide Venanzoni. Abbiamo anche coinvolto l’Associazione Pangea di Prato che ed i loro ragazzi con problematiche psichiche, che hanno accolto il nostro progetto in maniera entusiasmante, impegnandosi con questo Tour a promuovere l’idea di superare le barriere relative alla salute mentale.
I protagonisti sembrano molti e con diversi ruoli e motivazioni.
Protagonisti di questo viaggio sono, innanzitutto, i cavalli, tutti di razza Italiana e nati in Italia: Corato & Impetuoso, due Murgesi: l’uno di Locorotondo (BA) di manto testa di moro con criniera folta e lunga 170 cm, di proprietà di Simona Alfano. E’ un cavallo dedito alla carrozza, ma bravo anche a sella. L’altro Murgese e’ di Martina Franca, di colore nero, addestrato presso la Masseria Grottillo. Il suo lavoro è la carrozza, ma non disdegna la sella ed è di proprietà di Claudio Tronci.
Poi Zobiana & Elisiana, toscane al 100%, Monterufoline nate alle pendici del Monte Amiata; fino a 5 anni fa allo stato brado, ora domate sia a sella che per attacchi. Hanno percorso il 60% del viaggio senza ferri, ma poi abbiamo ritenuto più sicuro ferrarle. Infine, Giove & Giano anche loro stessa nascita e stesso attaccamento alla terra toscana, Monterufolini, i più giovani e i più indisciplinati che hanno fatto tutto il tragitto mettendo alla prova la pazienza del più anziano di noi guidatori, Leopoldo Toccafondi. In totale 3 pariglie. Gli ideatori Mirko, il più bischero, Claudio, neo-pensionato, di recente appassionato alle carrozze … possiamo dire che è scoppiato un amore a 4 ruote, lui non sa stare senza attaccare.
Ha incontrato Impetuoso, cavallo dai dolci occhi, ma carattere forte, un santo sotto le stanghe, un peperino sellato. Paolo Lascialfari, che ha lasciato il suo Haflinger a fare il bel biondo nei campi di dressage del campionato toscano, per poterlo usare nelle prossime gare di Tradizione, perché i cavalli italiani sono così: dalla sella agli attacchi, mettendoci il cuore dappertutto. Paolo ha coadiuvato Claudio nella gestione e nella guida giornaliera durante viaggio. Un posto speciale per Leopoldo, classe 1933 con spirito giovanile, che ha dato filo da torcere a tutti noi, un personaggio da rispettare e ammirare.
Carrettiere, portava di tutto con i suoi cavalli e i suoi carri, la merce più ambita era il marmo di Carrara, che riportava a Prato lungo la strada che abbiamo percorso noi, coadiuvato dal nipote Alessandro, che dopo anni vicino al nonno si può dire che ha una grande mano alle redini lunghe! E che dire degli accompagnatori essenziali, quando il tour significa giornate intere da vivere in carrozza: Simona esperta in toelettatura delle criniere, Michaela, badante dei driver e fotografa ufficiale del tour, Cristina, responsabile della Associazione Pangea, a capo dei ragazzi che abbiamo portato con noi nel viaggio, Paolino, maniscalco e intrattenitore delle sere e delle mattine con serenate e sonate al pianoforte dell’hotel.
Poi Roberto valido e importantissimo appoggio logistico e Diana, l’aiuto morale, era come un allenatore ciclistico, che passa la borraccia all’atleta, lei passava i viveri di sostentamento….
Come si svolgeva la vostra giornata?
S’arrivava presto dove i cavalli erano scuderizzati, venivano alimentati, si vestivano, si rivedeva insieme il percorso e la partenza era fissata per le nove. A dare il via i nostri sostenitori della scuderia dove eravamo appoggiati, Si percorrevano circa 15-20 km , come tempi più o meno due ore. Lungo il percorso ci si divertiva a salutare i bambini, magari ci arrivavano anche gli insulti degli automobilisti. Dice Paolo Lascialfari “I mezzi lenti nel traffico sono sempre malvisti, non si tollera più chi ha un’andatura limitata”… ma non c’importava, noi si stava bene! La Toscana è davvero ancor più bella andando a carrozza, al ritmo lento degli zoccoli. Vedere dei paesini e dei borghi che, percorrendo la stessa strada in macchina non ci faresti caso, e poi l’odore dei giardini e dei fiori, la brezza che attenua il calore del sole: piaceri che in auto non provi e le cose scorrono via senza anima.
Poi, la sosta del mezzogiorno: era prevista presso una struttura dove potevano essere svestiti e rinfrescati i cavalli, pranzo per gli umani e un po’ di relax. Una gran sorpresa è stata la collaborazione di tutti i partecipanti. La serenità nel dare una mano sempre e nel mettersi a disposizione, soprattutto in questi momenti conviviali. E ripartenza verso le tre per altri 15-20 km, poi la sistemazione dei cavalli per la notte e il pernottamento in albergo.
Quale è stata l’accoglienza nelle cittadine toccate dal Tour?
Il Bischerotto Tour è stato pubblicizzato non molto tempo prima della partenza, all’incirca un mese prima. Il nostro passaggio è stato comunicato a tutti i Comuni, che venivano toccati lungo il percorso, informando dello scopo del viaggio con, ovviamente, la richiesta del permesso del transito. Alcuni Comuni, dove si sostava per la pausa di mezzogiorno o per la notte, sono stati avvisati telefonicamente e sono stati presi accordi per le soste, in modo che tutto avvenisse in sicurezza.
I Comuni sono stati, per lo più, entusiasti del nostro passaggio o, solo in qualche circostanza, formali e disinteressati. L’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Prato, città da cui abbiamo preso il via con la nostra avventura, ci ha ricevuti in piazza del comune e ci ha augurato un buon viaggio. Siamo stati anche scortati dalla Polizia Municipale al confine del comune di Prato. In una delle piazze del Comune di Montemurlo, il passaggio del Bischerotto Tour, è stato accolto dal Sindaco e dall’Assessore alle Politiche Sociali con tanto di addetto stampa e tv locale e per noi è stata un’accoglienza inaspettata e davvero calorosa. L’unica salita importante del viaggio ci ha portato al cospetto del Vice-sindaco Gori e del dirigente della Polizia Municipale Bruni nel comune di Serravalle Pistoiese.
A Montecatini, a sera, davanti al Palazzo comunale, il Sindaco Baroncini e il dott. Marzullo di Snaitech e ci hanno augurato un buon riposo per la notte, offerta da Snaitech all’Ippodromo cittadino. Un ringraziamento va anche all’Associazione Il Cavallo e l’Uomo nelle persone di Alessandro Bracali e Pierantonio Rossi, che hanno organizzato per noi le soste nei Comuni di Montecatini e Lucca. Da non dimenticare l’accoglienza del Comune di Altopascio con il Presidente del Consiglio Comunale Sensi e la rinfrescante sosta davanti alle terme di San Giuliano del mezzogiorno di domenica. Nella bella Pisa, con la sua torre e la meravigliosa Piazza dei Miracoli, il Capo della Polizia Locale ci ha dato la possibilità di farci delle foto che resteranno per sempre nella nostra Scuderia.
Non per ultimo l’arrivo in San Rossore, ex tenuta Presidenziale, scortati dal capo delle Guardie a Cavallo Mario Angeloni, dai butteri della tenuta con a capo Fabio Tani fino al Centro Equitando, dove i bambini della scuola di equitazione ci aspettavano con cartelloni e rinfresco per festeggiare il nostro arrivo tutti insieme. Insomma, con alcune zone d’ombra, fra le quali c’è il Comune di Lucca, da parte di tutte le Autorità Locali è stata una gran bella accoglienza!
Tirate le somme, quale è il vostro bilancio?
Certamente positivo e c’è da ringraziare in primo luogo i cavalli, poi gli sponsor, che ci hanno aiutato e anche chi ci ha incoraggiato a non abbandonare l’idea. Ringraziamo tutte le Amministrazioni Locali, insomma grazie di cuore a tutti quelli che ci hanno permesso di realizzare e vivere questa avventura. Grazie ai ragazzi della Pangea, che ci hanno fatto capire e sentire che la diversità non esiste, siamo tutti persone speciali e, soprattutto… Bischerotto è felice, che ha raggiunto in carrozza il suo grande amore, il pinolo di San Rossore.
Qualche anticipazione sul prossimo viaggio?
Entusiasti della bella avventura vorremmo ripeterla il prossimo anno, semmai allargata ad altre carrozze, ci sono allo studio vari progetti, ovviamente coperti dal segreto di Bischerotto…
La Redazione intervista Mirko Belli, Paolo Lascialfari e Claudio Tronci. Photo Credits: Michaela Pfutze