In carrozza…Si parte! O meglio, in Omnibus, un tipo di vettura ippotrainata che fino al 1860 rappresentava l’unico mezzo di trasporto aperto a tutti. Una carrozza di notevoli dimensioni con panchine in pelle all’interno e il vano bagagli sul tetto.
Domenica 5 Dicembre 2021 la ditta Servizi in Carrozza di Adamo Martin ha proposto un vero e proprio viaggio indietro nel tempo, ripercorrendo l’antica strada delle Gallie, che univa il Borgofranco di Borgo d’Ale con Eporedia, visitando luoghi privati o “inaccessibili”, aperti in esclusiva per l’Omnibus Martin. Un progetto equi-turistico e storicoculturale, che dona visibilità alle diverse Eccellenze tra il territorio del Biellese e del Canavese. La cornice è quella dell’anfiteatro morenico della Serra d’Ivrea, la più grande formazione di questo genere esistente in tutta Europa, che prende origine alle pendici del Monbarone, sfrangiandosi poi nelle alture che circondano il Lago di Viverone, terzo lago più grande del Piemonte. Un tiepido solo si fa largo tra le nubi, tipiche di questa zona lacustre al mattino e ci fa ben sperare.
I cavalli, due Kwpn e due Ungheresi sono pronti, Adamo, in trepidante attesa, è alla guida, Gianni e Salvatore impeccabili nelle loro divise assistono i cavalli per la partenza e Gianna, in veste di oratore, fa accomodare gli Ospiti venuti dalla vicina Biella e dalla lontana Champoluc in Valle d’Aosta. La partenza è in quel di Roppolo, comune biellese di circa 900 anime. Roppolo con il suo Borgo ed il suo Castello, tra storie e leggende di imperatori e bicchieri di vino, di saccheggi e mercenari, di nobiluomini murati vivi. La via è quella dedicata al Vice Re di Sardegna Giovanni Battista di Bricherasio, ove sorge una struttura dedicata proprio a suo nipote, la Fondazione Emanuele Cacherano di Bricherasio, una scuola lungimirante di inizi ‘900. Emanuele, nobile ed imprenditore, protagonista principale della nascita della fabbrica Fiat, amico e compagno di cavalleria del più celebre Capitano Federigo Caprilli, entrambi misteriosamente scomparsi.
Un vasto parco con vista lago ci accoglie per la prima sosta presso Cascina Loggie di proprietà del Sig. Marco Pezzetta. Una delle più antiche cascine della zona, pare risalga al 1500. Cascina fortificata poiché eretta sul valico denominato dal “Sapel da Bras” che metteva in comunicazione Alice Castello con la strada delle Gallie, che attraversava la Valle delle Loggie, lambiva il Lago di Viverone, raggiungendo Eporedia. Oggi è un’azienda agricola con prevalente coltura biologica di Actinidia e Nebbiolo. Un occhio di riguardo è dedicato alla conservazione delle coltivazioni autoctone piemontesi come quella dei marroni. Un progetto in fase di evoluzione è concentrato sul turismo slow. Ci lasciamo alle spalle il parco di Cascina Loggie per raggiungere quella che fu la più grande polveriera d’Europa. Realizzata dall’allora Regio Esercito negli anni ’30, interamente recintata si estende su una superficie di 51 ettari. Ha 65 casermette e numerosi bunker sotterranei. Le torrette di carri armati della seconda guerra mondiale sono preziose testimonianze. Nel 1998- 1999 l’esercito abbandonò definitivamente il sito, ora proprietà privata.
Nel 2010 la società immobiliare “Bric della Vigna” acquistò la “Polveriera” con un progetto agrituristico ricettivo. Oggi è attiva la parte agricola con un caseificio, ove vengono prodotti formaggi di capra. Questi ultimi hanno spiccato nella degustazione presso la famiglia Dettori, che ci ha accolto calorosamente in una casermetta ristrutturata ed adibita oggi a sala ristorazione. Come in un viaggio d’altri tempi, con il rumore di sottofondo delle ruote dell’Omnibus sulla strada sterrata, lasciamo l’immensa vallata dell’ex polveriera. Guardando con stupore le numerose “riservette” ove una volta veniva stoccata la polvere da sparo. Cavalli, capre e buoi ci seguono correndo nei vasti prati, dandoci l’ arrivederci… La strada sterrata continua nella parte più naturalistica del Lago di Viverone, ove, raggiungiamo Azeglio ed il Santuario di Sant’Antonio Abate. Il nostro arrivo viene allietato dalla musica di una fisarmonica suonata dal giovane Alessandro e da un buon bicchiere di Erbaluce dell’ Azienda Vinicola La Masera di Piverone.
Il Santuario risale XII secolo, situato sulla via francigena Romea, offriva rifugio ai pellegrini, che si recavano a Roma. Ebbe grande importanza per tutto il Medioevo; sono visibili all’interno della Chiesa affreschi antichissimi in buono stato di conservazione. Lasciamo il Santuario per percorrere una breve discesa che porta al Sito Palaffitticolo di Azeglio, patrimonio dell’ Umanità UNESCO dal 2011. Folaghe, anitre, germani reali e cigni ci danno il benvenuto in quel che era un villaggio di palafitte dell’ Età del Bronzo che si ergeva sulle sponde del Lago Viverone. La giornata invernale baciata dal sole ci regala un panorama mozzafiato!! Ripartiamo e ci rechiamo per una sosta ristoratrice in centro ad Azeglio, presso il Ristorante La Luna, ove i cavalli possono rifocillarsi e riposarsi. Dall’alto ci sorvegliano la Torre Campanaria del paese, una delle più alte del Canavese, ben 52mt, ed il Castello di Azeglio, costruito nel XI secolo, dimora di Massimo d’ Azeglio e ora, azienda vitivinicola privata dei Conti D’ Hacourt. Dopo pranzo riprendiamo il nostro viaggio verso Albiano d’Ivrea presso Cascina Boita di Alessandra Tosi, che ci riscalda il cuore con la sua tisana alla lavanda e la numerosa folla venuta apposta per ammirare l’ Omnibus.
Riprendiamo il viaggio alla volta di Ivrea e sulla nostra destra scrutiamo il Castello Vescovile di Albiano d’Ivrea, ove nel 1841 soggiornò il Duca di Genova Ferdinando di Savoia, fratello dell allora Re d’Italia Vittorio Emanuele II, oggi dimora del Vescovo emerito d’Ivrea. Percorrendo la strada principale del paese, costeggiamo la Chiesa di San Martino, opera dell’architetto Francesco Martinez da Messina pronipote del Grande Filippo Juvarra. Il suono degli zoccoli sull’asfalto e il calar del sole ci accompagnano per le vie di Bollengo arrivando alle porte di Ivrea. Con un suggestivo tramonto, il nostro Tour è ormai giunto alla fine nella bella Ivrea, entrata a far parte del patrimonio dell’ umanità UNESCO nel 2018. Fondata nel V secolo dai Salassi, era già allora una strategica stazione viaria di carri equestri per gli accessi cisalpini.
L’entusiasmo di aver passato una giornata differente aleggia tra gli Ospiti: quando sali sull’Omnibus non vorresti più scendere. Assapori il passare del tempo, ammiri i paesaggi e hai tempo per pensare… Quel tempo che, ai giorni nostri, ci scappa di mano. Stanco ma soddisfatto, il team Martin è pronto per rincasare nel cuneese. Ancora un po’ di strada lo attende. Un immenso grazie va ai cavalli Hoogied, Floris, Carlos e Baytiar… i veri protagonisti della giornata. I cavalli… maestose creature, dal grande cuore!
Testo e foto di Gianna Cerchiaro