Finalmente, dopo due lunghi anni di assenza e trepidante attesa, ritornano quest’anno alla Reggia e nei Giardini de La Venaria Reale le carrozze antiche, nel VII Concorso Internazionale di Attacchi di Tradizione.
È dolce musica, per le orecchie, il suono dello stridere dei lamoni sulla ghiaia dei viali disegnati e delimitati dalle verdi siepi di bosso, il nitrito dei cavalli che si cercano e rispondono, il ritmico scalpitare degli zoccoli in battere e levare alle tre andature, ed il cicaleggio delle chiacchere e dei saluti fra i partecipanti di equipaggi, che il troppo tempo aveva tenuti lontani e divisi. Sollevato come d’incanto il lenzuolo antipolvere che aveva avvolto in un lungo torpore Reggia, Giardini ed antichi legni, da subito l’aria diafana ed assonnata del protratto forzato letargo, diventa frizzante, vivacissima, euforica incendiando l’atmosfera di entusiasmo.
E mi sovviene opportunamente quel verso dantesco: “poca favilla gran fiamma seconda”! Davvero, come il divampare di un incendio, alla fiammella di una prima carrozza, quella di Ramona Bigatto con Break Wagonette francese di metà 800, che timidamente accede al parterre, ne segue tosto un’altra e poi una ancora, e poi sono quattro, cinque e già non riesci più contarle rapito da un’esaltante visione d’insieme. (sono ben 34 invero, da almeno 5 diverse Nazioni!) All’attacco di una giovane frizzante avelignese, sotto l’occhio dei giudici, è l’agile Gig del 1860, Cesare Sala in legno naturale, mai restaurato e mai presentato, di Marco Gentile, presto incalzato da un’altra grande firma francese, lo Spider Phaeton Mülbacher 1870 in singolo KFPS alle redini Valeria Nicolotti. Sembra che siano le carrozze medesime a lanciarsi lunghe occhiate di ammirazione (e forse d’un pizzico d’invidia… come capita nelle matinèe e soirèe fra le migliori nobili dame!). Così al Gig dei primi dell’800 firmato Lainet Veswes presentato da Chiara Moirano, si affiancano quasi reclamando spazio la Milord Cesare Sala con alle redini l’elegante Anna Della Vedova, il Dog Cart del belga Luc Pierson del carrozziere inglese Boorman Bros, piuttosto che l’imponente Milord parigino, Mülbacher 1890, condotto da Bruno Monero con pariglia di corvini frisoni.
Intanto, innanzi alla scalinata prospiciente la Galleria di Diana, i giudici osservano meticolosamente un legno torinesissimo: una Milord Locati e Torretta del 1890 in pariglia di lipizzani di Mario Mautino, e già fa capolino il raro Napoleon Phaeton del carrozziere lionese Depigny del 1895 alle redini del belga Stefaan Martens. I pezzi storici, datati 1800, non sono affatto finiti: ne sono esempio il Landau ad 8 vetri attaccato a 2 eleganti gelder di Roberto Bergaglio o il Phaeton francese con spettacolare unicorno di Lipizzani presentato da Ugo Cei, nonché, dalla Germania, un Jadgwagon Coupé e alla guida Sabine Ernst- Recknagel. Un vero defilèe d’antiquariato funzionale, rispettosamente autentico e conservato si spalanca ulteriormente agli occhi del numeroso e meravigliato pubblico: è la Storia stessa che ritorna a marciare per un fantastico feedback sui viali dove, nell’Illuminismo e nel Risorgimento, si è dipanata e scritta la vita dello Stato Sabaudo e della nascente Italia Unita.
Ecco la Chaise Bernois di Pierre-Louis Sola e altri magnifici Cesare Sala: un Duc de Dame 1850 alla guida di Andrea Lenarduzzi, il Break de Chasse di Costanzo Tameni, per finire con il Park Phaeton 1880, già dell’illustre cittadino di Venaria, dr. Michele Lessona, alle redini in pariglia di Marco Gentile. I nomi dei principali costruttori europei si inseguono e mescolano in un carosello di fascino e valore storico; pertanto, non si può non citare il Break Largo dello spagnolo Jacinto Planas Ros firmato Lepin Parigi 1870, oppure l’Omnibus privato di Cezar Beerta proprietà Biasibetti, piuttosto che il Duc Vittoria di Macchi magistralmente condotto da Pino Usai alla Demi-d’aumont o il Dos-à-Dos a firma Orsaniga di Igino Soldi.
Appena scavalchiamo il 1800, ecco che, costruiti agli albori del XX secolo, altri magnifici legni compaiono sul palco per essere giustamente ammirati: attaccato a un unicorno di Haflinger è l’Hunting Carriage del belga Vanden Bussche firmato J. Cocksmooth di Manchester, in singolo il Phaeton originario della Baviera, condotto dallo svizzero Albert Sporrӓdli. Avanzano la Dottorina di Micoli Toscano alle redini di Antonio Mottin e un Military di carrozziere ignoto in singolo pony welsh di Dario Polli, da non perdere il Rally Cart inglese di Luigi Spatuzzi. Con i giardini Juvarriani come incomparabile cornice, ancora ammiriamo lo Spindle Back Gig datato 1926 alla guida di Mario Renaer dal Belgio, Davide Polidoro che presenta una Doctor Wagen del 1920 del costruttore Mazzucchelli di Borgomanero e Daniele Maiocchi con un Military parigino per la firma di Poulain, carrozziere sugli Champs Elysees.
A dx Valeria Nicolotti (ITA) con Spider Phaeton di Mülbacher
La scena si anima con le due Tabacchiere alla guida di Fabrizio Bagnis in pariglia di Merens e di Matteo Zucchi con pariglia di Haflinger, con il Rally Cart di Muriel Franco e il superbo Dog Cart de Chasse, per la firma francese di Louis Galle, già del noto restauratore Dominique Posselle, oggi di Paolo Fornara qui a Venaria dalla Germania; e l’incredibile tiro a quattro di ordinatissimi muli di Matteo Pellizzer, con un Break Ungherese di Horac Senohrady. Insomma, non sono bastate due intere giornate per ammirare tanta bellezza, non riuscirà sicuramente questo breve articolo ad essere esaustivo del trionfo operato a La Venaria Reale da tutti i pregiatissimi e svariati legni: non resta che rivederci, pertanto, il prossimo anno per l’ottavo Concorso AIAT, come da invito ufficiale rivoltoci calorosamente dal Direttore della Reggia dia Venaria. L’Italia (lasciatemi dire)…è davvero sempre il “Belpaese” in cui viaggiarono e viaggiano tuttora…le “Bellissimecarrozze”!
di Marco Gentile. Photo credits: Dario Mastria , Tiziana Ferrero, Michaela Pfuntze, Giovanni Vitale
GRUPPO ITALIANO ATTACCHI - Associazione Sportiva Dilettantistica