Gli effetti sul mondo della veterinaria del lungo periodo di lockdown dovuto al Covid-19
Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani
Intervistato il Presidente della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, Gaetano Penocchio, ha riferito che il lungo periodo di lockdown dovuto al Covid-19 ha avuto effetti profondi sul mondo della veterinaria.
“La professione medico veterinaria nel suo complesso, e non ci attendevamo diversamente, ha avuto e avrà conseguenze drammatiche dal punto di vista economico”questo quanto illustrato a Sanità Informazione dal Presidente della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI) Gaetano Penocchio. Per far fronte alla inevitabile contrazione delle spese dedicate alla salute degli animali, che si registra sempre nelle situazioni di riduzione della disponibilità economiche dei proprietari di animali da compagnia, occorre ora il concreto sostegno del Governo.
Una lunga intervista che ha offerto l’occasione per commentare che le prestazioni medico veterinarie, definite essenziali fin dal primo DPCM, sono state sempre garantite, ovviamente nel rispetto delle norme di protezione individuale sia del personale che dei clienti, anche grazie al corretto utilizzo delle tecnologie disponibili, dal teleconsulto (per il quale è però necessario un inquadramento normativo) alla ricetta elettronica veterinaria.
Il Presidente ha ricordato che FNOVI ha fornito “indicazioni ai professionisti e materiali informativi destinati anche ai proprietari di animali per far comprendere e rispettare tutte le norme senza pregiudicare la tutela della salute e del benessere degli animali”.
Invitato a commentare i dati emersi dal questionario sulla professione distribuito ai medici veterinari, Penocchio ha dichiarato che “i dati sono ancora oggetto di analisi e lavoro e saranno pubblicati a breve, ma posso dire fin d’ora che …. la preoccupazione maggiore emersa è quella per i prossimi mesi e non è ancora chiaro se e come i liberi professionisti potranno fare affidamento sul sostentamento economico”.
FNOVI, con le altre professioni ordinistiche, è impegnata nel pressare i decisori affinché garantiscano l’accesso anche alle riserve delle casse di previdenza e assistenza private.
Invitato infine a commentare la mancanza di medici veterinari nel Comitato tecnico scientifico e ad indicare quale contributo questi professionisti avrebbero potuto offrire nel gestire la fase 2 ha dichiarato: “I medici veterinari sono generalmente poco consultati se non in caso di malattie degli animali, dimenticando che la salute pubblica è una sola e che il concetto One Health non può essere uno slogan avulso dalla realtà o peggio invocato solo quando funzionale a logiche di visibilità. Il Comitato tecnico scientifico lavora con altri enti e istituzioni e confidiamo che le conoscenze scientifiche siano davvero patrimonio condiviso.
I medici veterinari sono stati coinvolti direttamente solo dal Dipartimento della Protezione civile per il censimento della strumentazione a supporto della respirazione.
Non è stato poi necessario dare seguito alle manifestazioni di disponibilità che sono arrivate: i medici veterinari hanno risposto da tutta Italia, sono state fatte donazioni e sono state molte le attività solidali con le altre professioni sanitarie. Come spesso accade i medici veterinari hanno un approccio pragmatico e meno mediatico.
La fase 2 richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti i cittadini. I medici veterinari continuano a garantire la loro presenza sul territorio, l’apporto è quindi quello quotidiano in tutti gli ambiti della professione. Come sempre, nonostante le difficoltà”.
Qui il testo integrale dell’intervista.
Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani. Per tutte le info visita il sito ufficiale: fnovi.it