Si tratta di un passo in avanti fondamentale anche per permettere una coesistenza del lupo con le attività antropiche nelle aree rurali. La possibilità di regolare una eccessiva concentrazione di lupi e di prelevare esemplari particolarmente aggressivi creerà condizioni di accettabilità sociale
Una notizia positiva per il mondo allevatoriale italiano ed europeo viene dallo stato di avanzamento della proposta, in sede di Commissione Europea, per riportare il livello di protezione della specie lupo da “strettamente protetto” a “protetto”.
Dopo le dichiarazioni rilasciate ad inizio settembre in una nota stampa dalla stessa presidente della Ce, Ursula von der Leyen, che aveva tra l’altro affermato come “la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale soprattutto per il bestiame”, venendo così incontro alle istanze avanzate a più riprese da allevatori di vari Paesi, Italia inclusa, ora si prospettano passi in avanti per rispondere alle necessità espresse da diverse autorità locali per favorire una maggior flessibilità nella gestione di concentrazioni critiche nella popolazione del canide selvatico.
Che il grande predatore carnivoro non fosse più una specie in pericolo di estinzione era già chiaro da tempo agli allevatori italiani, viste le frequenti incursioni di lupi nei pascoli, soprattutto in zone montane, ma successivamente fino a spingersi in stalle di pianura o vicine a centri abitati.
Che il grande predatore carnivoro non fosse più una specie in pericolo di estinzione era già chiaro da tempo agli allevatori italiani, viste le frequenti incursioni di lupi nei pascoli, soprattutto in zone montane, ma successivamente fino a spingersi in stalle di pianura o vicine a centri abitati.
L’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A., nell’apprendere la notizia della proposta di modifica dello “status” del lupo stabilita nella Convenzione di Berna – da specie faunistica rigorosamente protetta a specie faunistica protetta – ricorda il lavoro svolto già da molti mesi nelle sedi competenti nazionali, con un’azione di sensibilizzazione e consultazione con le Amministrazioni governative competenti, Masaf e MinAmbiente. Nel marzo scorso, infatti, il Comitato Direttivo di A.I.A., su proposta del consigliere altoatesino Johann Karl Berger, aveva assunto una mozione sui grandi carnivori (lupi e orsi) che era stata trasmessa ai Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, finalizzata ad ottenere la stesura di un Piano di gestione da sottoporre alla Commissione Europea, ma anche la modifica dello “status” del lupo da specie “strettamente protetta” a “protetta”.
Si tratta, inoltre, di condividere una gestione “attiva” del problema-lupo, fondamentale anche per consentire una coesistenza dei lupi con le attività antropiche nelle aree rurali, favorendo la possibilità di regolare una eccessiva concentrazione del predatore selvatico, con il prelievo di esemplari particolarmente aggressivi per creare condizioni di maggior accettabilità sociale.
Molto importante sarà anche il controllo dei lupi “ibridi”, frutto di incroci con cani inselvatichiti che mettono a rischio la salvaguardia della specie.
A.I.A. ha quindi seguìto tutti i passaggi istituzionali sull’evoluzione della materia, offrendo nel corso delle varie riunioni ministeriali la propria disponibilità alla collaborazione anche per fornire tutti i dati che possono essere raccolti inerenti al fenomeno della diffusione in Italia dei lupi in zone con presenza di allevamenti, ed anche sui numeri reali e l’entità delle predazioni di bestiame in produzione zootecnica.
Roma, mercoledì 20 dicembre 2023