Sono state raccolte da quotidianosanità.it le considerazioni che il Presidente FNOVI, Gaetano Penocchio, ha esternato alla notizia che tra le integrazioni al testo della Manovra, annunciate nella giornata di lunedì, è entrato l’emendamento a firma Marta Schifone che prevede un compenso agli specializzandi di area sanitaria, ricomprendendovi per la prima volta gli specializzandi medici veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi. L’integrazione economica ancorché contenuta (è indicato un compenso di 500 euro mensili) rimuoverebbe uno stallo storico che ha acquisito da tempo l’aspetto di un ostacolo insuperabile.
Gaetano Penocchio si è dichiarato convinto “che la formazione specialistica del medico veterinario in funzione del suo ingresso nel SSN debba partire dall’impiego dei medici veterinari specializzandi alla stregua dei medici umani negli ospedali. Da qui la necessità di disporre di finanziamenti-borse di studio per la frequenza di Scuole di Specializzazione. Il presupposto è che Stato e Regioni – ha aggiunto – comprendano ruolo e funzioni del medico veterinario impiegando gli specializzandi in attività presso le Aziende Sanitarie Locali e gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali. In questo modo l’Università che resta sempre al centro del percorso di specializzazione potrebbe mettere a disposizione del SSN, un dirigente in formazione a Tempo Determinato che, sotto la guida di un tutor dirigente veterinario, sarebbe progressivamente autorizzato allo svolgimento di autonome attività specialistiche. Da qui la necessità di criteri per la programmazione del fabbisogno degli specializzandi (definiti da un apposito tavolo tecnico), con ripartizione negli ambiti locali tenendo conto di sedi universitarie e di sedi formative ASL accreditate”.
Ha quindi concluso: “Un primo passo quindi quello inserito nella Manovra verso un modello di integrazione che potrebbe vedere forme di coordinamento tra il sistema della tutela della salute ed il sistema della formazione; il vulnus persistente in ambito formativo specialistico rimane quello del mancato inserimento in ambito sanitario delle Scuole di Specialità Medico-Veterinarie. Tale “dicotomia” tra professione sanitaria e scuole di specialità non sanitarie – e come tali supportate esclusivamente dagli Atenei di appartenenza – comporta una sempre maggiore difficoltà di sostenibilità di gestione delle stesse da parte dei Dipartimenti eroganti e di conseguenza una non facile programmazione sia dei cicli delle scuole che dei posti disponibili“.