A cura di Daniela Mulas – 16/06/2023
Recenti studi hanno testimoniato che le percezioni della sensibilità e della sofferenza degli animali d’allevamento variano molto a seconda della cultura, del paese, del sesso e dell’età. La maggior parte dei Paesi europei vantano oggi, nel loro ordinamento, leggi contro la crudeltà o il maltrattamento di animali, ed in alcuni ci si è spinti verso una regolamentazione sulle loro condizioni di esistenza, facendo sorgere dei doveri in capo all’uomo nei loro confronti.
Ampliare le garanzie e la protezione nei confronti degli animali si tradurrebbe anche nell’innalzare i livelli essenziali dei servizi sanitari offerti a tutela della loro salute. Da ciò deriva giovamento alla salute dell’uomo e dell’ambiente.
Tuttavia, il completo superamento dell’antropocentrismo, che impedisce di attribuire e riconoscere ad altri esseri viventi esplicite forme di «diritto» giuridico e legale, non sembra ancora ipotizzabile.
Mentre tendiamo a sviluppare sistemi di produzione agricola in grado di nutrire il mondo, dobbiamo preservare l’ambiente e utilizzare le risorse naturali con saggezza. In queste circostanze, anche i modelli di produzione e di consumo di prodotti di origine animale devono raggiungere standard più elevati di benessere animale e mirare a tutelare gli animali, la sostenibilità ambientale e la salute. La sostenibilità ambientale è oramai un’esigenza legata a qualsiasi tipologia di azienda e di produzione esistente sul nostro territorio, in modo particolare nella filiera produttiva degli alimenti di origine animale.
Lo stesso interesse riveste il tema della tutela del benessere animale, considerato un fattore imprescindibile di ogni buona pratica di allevamento e divenuto, nel corso degli anni, oggetto di attenzione da parte dei legislatori, intervenuti più volte attraverso l’emanazione di norme di diritto e linee guida.
La forte domanda di prodotti di origine animale da parte dell’uomo e le convinzioni ampiamente diffuse sulla legittimità del consumo di questi prodotti rendono improbabile una completa indipendenza dagli alimenti di origine animale nel prossimo futuro. Tuttavia, anche nel breve periodo, c’è spazio per migliorare la sostenibilità dell’allevamento, al fine di preservare l’ambiente, proteggere la biodiversità e nutrire la popolazione mondiale in crescita, lavorando anche per migliorare le condizioni di benessere degli animali mediante un trattamento più etico degli stessi, ad esempio, diminuendo le loro esperienze emotive negative e promuovendo quelle positive. Solo un medico veterinario preparato e competente può essere il vero motore di questo cambiamento.