Le scene analizzate per IHP da un’osteopata e da etologo specializzati negli equini: “Si vede la sofferenza dell’animale”
Va onda da oggi in prima serata su Canale 5 la nuova stagione della fiction “Fosca Innocenti”, prodotta da Toscana Film Commission, RTI (Mediaset) e Banijay Studios Italy. Da giorni appaiono in TV ripetuti spot pubblicitari di lancio nei quali si vede la protagonista, Vanessa Incontrada, in sella a un cavallo strattonato malamente in bocca.
“Una scena penosa per l’animale e altamente diseducativa per il pubblico, mandata ripetutamente in onda come una cosa normale” afferma Sonny Richichi, presidente di IHP, la prima associazione italiana di tutela dei cavalli. “Chi conosce le imboccature sa che sono strumenti coercitivi atti a provocare dolore, specialmente quando vengono usati maldestramente come si vede in queste scene, con la protagonista che cerca un equilibrio aggrappandosi alle redini e provocando dolori lancinanti al cavallo, le cui espressioni sono inequivocabili”
Non si tratta solamente di una maggiore o minore sensibilità etica, ma di conoscenza di certe tecniche e di certi strumenti. A tal proposito abbiamo chiesto un parere a due esperti.
Secondo la Dott.ssa Alessandra Dal Pan, osteopata equina, “Il cavallo dimostra in modo inequivocabile una reazione di dolore in seguito all’intervento di redini che viene eseguito per contenerlo. È un’immagine che siamo purtroppo abituati a spesso vedere nel mondo equestre. Non per questo però dobbiamo accettarla come la normalità”
Il Dott. Francesco De Giorgio, etologo, membro del comitato etico ISAE (Società Internazionale di Etologia Applicata), così commenta la scena: “La cinematografia oggi deve necessariamente anch’essa imparare che esistono messaggi che eticamente non sono più accettabili, se mai lo sono stati, come nel caso dell’uso degli animali. Nel caso specifico di uno sceneggiato di prossima visione, una scena equestre non aggiunge nulla alla trama, anzi leva la dignità di un cavallo aggiungendo la sua sofferenza, ma leva anche educazione all’animalità mandando un messaggio dannoso quanto inutile, oltre che inviare un messaggio distorto relativo al tipo di convivenza con i cavalli e altri animali. In aggiunta la scena è impropria anche se un etologo, sforzandosi parecchio, la volesse vedere da una prospettiva equestre, impropria in primo luogo per il cavallo, ma anche per chi lo monta che mostra non solo mancanza di conoscenza, ma anche emotività durante la scena. Che senso ha allora per quel cavallo? Che senso ha anche per lo sceneggiato stesso? Zero, se non quel mal vezzo di inserire qualcosa di romantico, qualcosa a contatto con la natura che fa green, che fa verde, ma che diventa un nero abuso dal punto di vista del cavallo. Sono certo ci sia sempre più gente, non più disposta a vedere queste produzioni, ma in cerca, anche negli sceneggiati e nei film, di qualcosa di più etico, di più moderno, di più serio.”
“Siamo certi che questa rappresentazione distorta del rapporto con il cavallo non sia frutto di cattiveria ma di scarsa conoscenza, e per questo motivo invitiamo la produzione e la stessa Vanessa Incontrada a una riflessione e possibilmente a un confronto su questo tema” conclude Richichi.