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21 Dicembre 2024

Tra arte e cultura. La fine arte del Restauro

Ci sono volute circa 900 ore per il restauro del finimento per attacco a quattro del castello di Middachten, dice il sellaio Jan van Rijs. Non è un lavoro su cui ci si può impegnare costantemente. Un pezzo antico richiede una concentrazione maggiore. “Fai costantemente delle scelte, cosa fare e cosa non fare.” Questo incarico ci ha fornito intuizioni su come affrontare il restauro di un vecchio finimento.

di: Mario Broekhuis Photo credits Van Rijs Sadle & Harness Makers, Paesi Bassi

Nella ditta di Jan van Rijs, i giovani restauratori, come Rionne de Kooker, imparano l’arte

La pelle si decompone. È materiale organico che, se non adeguatamente conservato, si disintegra lentamente col tempo. Quindi, arriva il momento in cui un finimento è inutilizzabile e troppo debole per contenere la forza che un cavallo di 5/6 quintali può esprimere. Tuttavia, il finimento è una parte essenziale della nostra storia dei trasporti. E, se le carrozze appartengono alla nostra cultura, allora anche un finimento originale vi appartiene per modello, fattura e materiali.

Questi pezzi, però, sono più rari a causa della loro vulnerabilità. Semplicemente venivano buttati via o messi in un angolo, poi si deterioravano. Una preziosa carrozza può essere resa presentabile, conservata nei musei e anche adatta per l’uso occasionale. Ma cosa fare con la pelle antica? I Paesi Bassi hanno ancora alcuni produttori di finimenti, ma Van Rijs a Zevenhuizen è l’unica ditta che ha esperienza con i restauri a livello museale. “Osservo principalmente come è fatto”, afferma Hans Peter van den Haak (50 anni), restauratore di finimenti nell’azienda Van Rijs, responsabile della parte più importante del progetto.

“Imparo da questo. Dopo tanti anni sono ancora stupito di come hanno fatto a realizzare questi finimenti in passato: bellissimi ai tempi in cui non c’erano ancora le macchine da cucire, e con strumenti che in parte non conosciamo nemmeno più. Per esempio, questo è stato sicuramente prodotto con un set di attrezzi diverso da quelli che usiamo oggi. Il fattore tempo era irrilevante. Punti perfetti, bei riccioli, più attenzione prestata all’aspetto.”

Il finimento da tiro a quattro di Middachten è convertibile a un uso à la Daumont

RAFFINATEZZA DI LAVORO E MATERIALI

“Questo è un pezzo di prestigio, ha un valore storico e puoi vederlo come era una volta”, racconta Van den Haak a proposito del finimento di Middachten. Indica i cuscinetti: “Apparentemente realizzato in modo così semplice, ma quando lo osservi da vicino, non lo e affatto. E’ molto più raffinato e dettagliato di qualsiasi finimento moderno.” La prova del tempo ha interferito, ma non su tutte le parti. Il fatto che il finimento esista ancora dopo un secolo e mezzo è in parte dovuto alla qualità della pelle, il che indica subito perché è importante non sostituire quella pelle. In effetti è diversa da quella nuova.

Le guarnizioni in metallo del finimento sono d’argento, proprio come gli stemmi del casato

Jan van Rijs (57anni) spiega: “Tutto è legato anche alla crescita della mucca. Le mucche di oggi crescono più velocemente e vivono vite più brevi, la loro pelle è più morbida. Una volta conciavano la pelle sottoterra per un anno, in un recipiente con acido tannico. Ora il periodo si è ridotto a sei settimane di concia rapida. Di conseguenza, allora erano in grado di lavorare con una pelle molto più sottile, ma estremamente più resistente. Questo dice molto sulla raffinatezza del lavoro e dei materiali. ” Dopo il pellame, le cuciture sono ciò che distingue un finimento antico da uno nuovo. Un fabbricante di finimenti ha un punteruolo per segnare con piccolo puntino le strisce di pelle, dove deve fare i buchi per passare con la sua lesina e cucire.

Jan van Rijs cuce con fini aghi le parti di una testiera

Per il lavoro di restauro, Van Rijs ha fatto realizzare punteruoli speciali e più fini, perché ai giorni nostri nessuno chiede un lavoro così bello e accurato. “Più fine era il punto, più costoso era il finimento. Fino a 21 punti per pollice [2,54cm], come abbiamo riscontrato da un finimento della famiglia Van Pallandt del castello di Rosendael. Quindi lavori con la lesina più sottile e gli aghi che quasi si rompono.” La finezza dipende dalla parte da cucire del finimento, per esempio, una fascia per il naso ha sedici punti per pollice. Questo non è possibile sulla parti più pesanti che richiedono molta forza, come le tirelle, su cui si fora la pelle come fosse una lamina. Ma puoi lavorare di fino sui paraocchi e sui cuscinetti, almeno quando la pelle è abbastanza sottile e resistente. “Ecco la differenza: la pelle nuova non è così sottile e resistente, quella vecchia si rompe in pezzi durante la cucitura. E ogni volta il restauratore ha di fronte la difficile scelta tra fare nuove cuciture, non far nulla o scendere a compromessi nel lavoro.”

Il restauratore usa il filo di lino e la stessa finezza dei punti del suo predecessore

PELLE LACCATA

Di gran lunga la cosa più sorprendente di un finimento antico è il crepitio, lì dove la pelle è stata verniciata, letteralmente pelle laccata, che in precedenza luccicava. A causa dell’allungamento e del restringimento col passare del tempo, la gommalacca è diventata opaca e screpolata e ha iniziato ad arricciarsi o addirittura a scomparire. La patina ha un certo fascino, dà la sensazione di autenticità, ma non è ciò che volevano i sellai di un secolo fa. Allora un paraocchi doveva brillare.

Una passata di lacca fa miracoli

Eppure il restauratore ama il vecchio. “La gommalacca di quel tempo, ad esempio, conteneva madreperla e avorio, in proporzioni che non conosciamo più e realizzate secondo una lavorazione che è andata perduta. Non puoi più fare quella vernice di allora”, afferma Jan van Rijs. “La verniciatura moderna con lacche sintetiche o una pelle verniciata con una lacca «finto vecchio» è bella, ma non utilizzabile nel settore del restauro del patrimonio: è un falso”.

I METALLI RACCONTANO

Ci sono messaggi discreti negli stemmi dei finimenti. Le grandi o modeste insegne araldiche o le iniziali consentivano a un passante di capire chi ne fosse il proprietario, mentre la “base” d’oro o d’argento nello stemma di famiglia determinava la scelta dei metalli: argento o ottone. Il numero di perle su una corona o una corona regale sul finimento indicava il titolo nobiliare. Un finimento con la presenza sulle insegne di grandi armi serviva per grandi eventi, se riportava solo lo stemma di un elmetto, allora era per le passeggiate familiari.

Nuove tirelle per garantire sicurezza: le vecchie possono essere sostituite, perchè l’85% del
finimento rimane originale

I primi accessori o guarnizioni erano placcati, in altre parole l’argento o l’ottone veniva applicati a mano in uno spesso strato. La placcatura antica donava una lucentezza più profonda, manteneva la sua lucentezza più a lungo e non poteva essere spazzolata via, a differenza di quella galvanica o di altre tecniche moderne, che permettono di mettere uno strato quasi microscopico di ottone o argento su fibbie, anelli, ecc. C’è un problema che ritorna ancora: “In termini di artigianato è davvero impossibile da fare oggi”.

SE L’ANTICO E’ INSOSTITUIBILE

Ma se l’antico è insostituibile, allora cosa fare? “Non è giustificato usarlo”, sia Van den Haak che Jan van Rijs sono risoluti riguardo ai finimenti antichi. “Se vuoi esporlo puoi lasciarlo così com’è, se vuoi guidare devi fare aggiustamenti strutturali, altrimenti è pericoloso. Sai quanta forza può tirar fuori un cavallo di 5/6 quintali? Se la pelletteria si rompe in piena attività, non puoi giustificarlo.” L’obiettivo con il finimento Middachten è di preservarlo in funzione museale, con la possibilità di un uso occasionale.

Il curatore Claas Conijn sceglie di sostituire alcune parti essenziali, ad esempio le nuove tirelle e le redini, che si stanno aggiungendo, senza buttare via quelle vecchi. Le cinghie dei sottopancia sono scomparse e mancano alcune parti. La regola di Conijn è che deve essere originale per l’85% e nuovo per il 15%, se se ne vuole conservare un valore storico sufficiente. “Il rapporto deve rimanere buono. Se sostituisci quasi completamente la pelle e rimangono solo i vecchi accessori, è un nuovo finimento “, afferma Jan van Rijs. “L’altro finimento del palazzo di Het Loo è stata la migliore esperienza di apprendimento per noi per scoprire come affrontare un restauro.”

UNA MACCHINA DA CUCIRE

Per le nuove cuciture viene utilizzata una macchina da cucire, differentemente da Bouman, il sellaio che lo aveva prodotto, che lo aveva lavorato completamente a mano. “Così puoi vedere cosa è stato realizzato ai giorni nostri. Non lo nasconderemo”, dice il curatore Conijn a proposito del lavoro meccanico, che paragona al restauro di un vecchio edificio, per cui deve essere chiaro cosa risale a quale periodo per non trarre in inganno le generazioni successive.

“Con i finimenti per i cavalli grigi del principe Hendrik, che sono stati restaurati per il palazzo di Het Loo, tutto è stato fatto da noi a mano, ma stiamo parlando di un portafoglio diverso.” La cucitura di una tirella richiede otto ore a mano e venti minuti con la macchina da cucire. Jan van Rijs mette in evidenza la macchina, ormai anch’essa centenaria: “Non è una vera macchina da cucire, ma una cucitrice e lavora come si fa a mano, avvolge il filo un punto alla volta ” Per lavorare sulle parti vecchie, la cucitura manuale rimane l’unica soluzione, con filo di lino. “Questo riempie il divario ed è la cosa migliore”, afferma Jan.

IL SAPERE

“Per alcuni aspetti è ancora un mistero come sia stato realizzato”. Van Rijs ha dovuto reinventare il modo di lavorare, semplicemente perché questa parte del mestiere era andata persa. Reinventata come? “Sì, non lo diremo”, dice con un sorriso quasi ad autotutela: “Vent’anni fa avevamo ancora lavoro per nove sellai, ma ora il consumatore si accontenta di un lavoro di qualità diverso proveniente dai paesi a basso reddito. Ecco perché stiamo attenti a tenerci stretta l’ultimo cosa che abbiamo, la conoscenza specialistica. Non la daremo via”. Eppure Jan van Rijs si rende pienamente conto che è anche un dovere morale trasmettere la conoscenza. Ecco perché anche una generazione più giovane partecipa al progetto Middachten con Rionne de Kooker. “Non abbiamo segreti l’uno per l’altro”, afferma Van Rijs.

Grazie a Middachten e ai fondi di sostegno, l’artigianato continuerà ancoraper un po’ e il finimento di Bouman è di nuovo ammirato. Ma ciò non toglie la preoccupazione per i finimenti in generale, come parte del nostro patrimonio. “No, gli hobbisti non dovrebbero comprare finimenti antichi”, afferma Van Rijs. “Abbiamo clienti che usano ogni giorno finimenti antichi davvero belli, penso che sia un peccato”, Van den Haak vede logorarsi il lavoro dei suoi lontani predecessori. Una soluzione più sicura consiste nell’utilizzare la vecchia pelle craquelé su un’ulteriore nuovo finimento. “Ha l’aspetto del vecchio, purtroppo rovini la vecchia attrezzatura per questo. È un compromesso, perché la sicurezza stradale viene prima di tutto, il valore storico è un’altra storia.” “Penso che dovremmo stare tutti un po’ più attenti a quello che richiede la lavorazione della pelle antica. Se non finisce nei musei, è garantito che scomparirà. E quando sarà sparita, non ne sapremo più niente”, conclude Jan van Rijs.


Al seguito di sua Maestà

I finimenti della famiglia del conte Van Aldenburg Bentinck del castello di Middachten a De Steeg, Gelderland, sono stati realizzati quasi un secolo e mezzo fa da Bouman, sellaio all’Aia. La ditta Bouman risale al 1844 ed è esistita come Jonas-Bouman fino al 1979. I finimenti Bouman erano ricercati dalle famiglie nobili olandesi. compresa quella reale. Bouman, fornì il finimento per il tiro a 8 della Carrozza d’Oro, per l’incoronazione di Wilhelmina nel 1898.

Per raccontarne la storia

Il restauro dei finimenti è parte del progetto per raccontare la “storia” alla rimessa del castello di Middachten. L’apertura al pubblico della rimessa, della sala dei finimenti e delle scuderie, è utile per far capire come era l’equipaggiamento delle carrozze. Il progetto con fondi da Prins Bernhard Cultuurfonds, Mondriaan Fund, Frans Mortelmans Foundation, Ludovica Foundation e RDO Balije van Utrecht. La Horse Drawn Heritage Foundation ne è supervisore.

Le Giuste Condizioni

Il clima nella sala dei finimenti è fondamentale per determinare quanto tempo possa durare un finimento, se un secolo e mezzo o dieci anni. C’è bisogno del 55-60% di umidità, altrimenti la “vita” del pellame sarà letteralmente sparita. “È come la torba, una volta che è secca non ritorna più viva. Puoi spalmare tutto l’olio che vuoi sulla pelle secca, non serve. Mio padre diceva sempre- afferma Jan van Rijs – Il grasso deposita uno strato, l’olio nutre.”

Mario Broekhuis Photo credits Van Rijs Sadle & Harness MakersP, aesi Bassi



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