Salve d.ssa, intanto la ringrazio tantissimo per avermi risposto. Come ha detto lei per prima “al cuor non si comanda“ e sarà per questo o forse perchè a suo tempo ho fatto delle considerazioni che,sembra poi si siano dimostrate sbagliate,mi hanno portato a prendere quel puledro di cui le avevo accennato. Heatan è un puledro anglo-arabo (50%) di 3 anni, buono, dolce, estremamente socievole, pensi che quando è libero misegue sempre e anche quando è libero con gli altri appena lo chiamo corre subito, l`unico neo in tutta questa storia è che è un gran vagabondo, è pigro e non ha voglia di lavorare. quando l`ho portato a casa gli ho lasciato un pò di tempo per adattarsi al nuovo ambiente (aveva sempre vissuto con la madre ed il fratellino), l`ho portato in giro a mangiare un pò d`erba e a fargli conoscere la nuova casa, l`ho accudito ..in poco tempo si è perfettamente ambientato, ma qundo l`ho montato mi sono accorta che pur conoscendo i comandi (anche se era da tanto tempo che nessuno lo montava) non aveva voglia di fare niente. dopo tre settimane di lavoro (3-4volte alla sett.)iniziava un pò a rispondere alla voce e faceva un pò di trotto, poi è stato fermo a causa del maltempo 10 gg ed è come se si fosse resettato, azzerato. Mi ahnno detto che l`unico modo per sveglairlo e fargli capire come funziona è usare le maniere forti (tipo frusta o speroni) ma dato che questo metodo non corrisponde proprio al mio concetto di relazione con un animale, vorrei sapere se c`è qualcosa che posso fare, se basta la costanza del lavoro, se gli serve ancora tempo? se creando un rapporto di fatto di fiducia reciproca-rispetto -coerenza posso sperare di evitare quanto sopra detto. ancora grazie. a presto.
- Ospite ha scritto 22 anni fa
Salve Elisa, Scusi il ritardo.
Certo che con un buon rapporto si può fare tutto e quindi anche lavorare bene insieme (io non credo in fruste e speroni). Ma un buon rapporto non è facile da costruire come dirlo, soprattutto con un cavallo giovane! Prima di tutto bisogna trovare un buon motivo, che sia buono per Heatan, perché lui desideri lavorare. Il tempo non conta, nell’arco di un paio di settimane, come media, ogni cavallo si abitua alle nuove situazioni. Parliamo allora della motivazione e del resetting che lui fa ogni volta che non lavora per qualche giorno. Il resetting, a mio parere (da lontano) potrebbe essere proprio dovuto al fatto che lui non capisce il perché del lavoro e non ci vede niente di buono nel lavorare. (Ricordiamoci che gli Arabi e “derivati” sono estremamente caratteriali). Non è vero che i cavalli siano dei fannulloni: il fatto è che preservano le energie per la fuga , nel caso in cui ne avessero bisogno, questo lo fanno per natura e quindi istintivamente. Ma se noi gli diamo un buon motivo per stare insieme e fare delle cose insieme, questo crea in loro la motivazione sufficiente per “usare i muscoli” e lavorare! Prima cosa le consiglio un po’ di lavoro in tondino. Lo faccia correre (galoppo) per un sei giri di tondino, gli cambi direzione e lo faccia galoppare per altri sei giri, poi lo ricambi di direzione e lo metta al trotto e quindi al passo, quando lui rilassa la muscolatura del collo ed abbassa la testa (assolutamente non prima), si metta di schiena e lo lasci avvicinare. Gli faccia una bella carezza, senza guardarlo negli occhi. La spiegazione è blanda ma c’è il nucleo fondamentale perché funzioni. Ci provi. Dopodiché faccia dei circoli stretti a dx ed a sx e si lasci seguire. Faccia una bella carezza senza guardarlo negli occhi. Poi provi mettergli la sella e lo rimandi a fare i giri di galoppo, ad una mano ed all’altra. Tutto il lavoro deve essere fatto, da parte sua, con la massima serenità e calma, non gli chieda nulla se non di allontanarsi prima e poi di calmarsi e di avvicinarsi. Poi gli metta l’imboccatura e lo monti nel tondino. Serena e serafica. Non gli chieda niente, solo il passo e cambi di direzione, a redini lunghe. Se vuole in un’altra sessione dopo avere rifatto tutto questo lavoro (che non deve essere fatto più di tre o quattro volte) potrà chiedergli anche il trotto e/o il galoppo montato(non tiri troppo in bocca, di solito gli anglo arabi sono molto sensibili in bocca e poi, più lei tira più il cavallo strapperà e tenterà di accelerare: questa è la loro natura). L’importante è che per ogni cosa lui faccia venga molto gratificato con redini morbide e carezze. Gratificazione che deve arrivare subito (3 – 8 decimi di secondo). Esempio: lo monta, gli chiede passo, lui lo fa, allentare subito la pressione delle gambe. Chiede trotto, idem. Chiede alt, appena lo fa allentare subito gambe e redini e parole di lode e carezze (sentite col cuore: non si può mentire ai cavalli). Piano, piano chieda qualcosa in più e lo gratifichi sempre, subito, con il rilascio della pressione (gambe – redini). Fondamentale: alla fine della sessione di lavoro, lo disselli lì, nel tondino, e stia con lui, senza chiedergli nulla, per almeno 5 minuti. Gli lasci fare quello che vuole: rotolarsi, allontanarsi, avvicinarsi. Solo se le viene vicino lo gratificherà con carezze e lodi vocali (la voce serve a noi ma loro la sanno leggere bene e suona come musica alle loro orecchie se è veramente piena d’amore e di gioia per i suoi risultati). Niente zuccherini o simili, please! “Stare insieme” e “condividere” sono le parole d’ordine. Il “rispetto” è la base su cui si costruisce tutto. Spero di essere stata chiara, altrimenti me lo dica, per favore. Ci provi e mi faccia sapere. Con affetto ed un nitrito a lei ed a Heatan. Susanna
- Ospite ha risposto 22 anni fa
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