neofita cerca aiuto!

Ciao sono carlo ho 28 anni e da pochi mesi realizzato un sogno che avevo fin da quando ero un bambino… ora ho un cavallo!!
Fatta questa piccola premessa volevo Il mio cavallo e` un maschio castrato ,eta’ 14 anni manifesta degli atteggiamenti che pero` vorrei provare a correggere o almeno a smussare.
Quando il cavallo si affaccia dal suo box tende ad avere le orecchie tirate all` indietro e ad allungare il collo con sguardo “ minaccioso “ , i proprietari del maneggio mi hanno detto di non entrare nel box con lui quando e` senza capezza poiche` all` interno dello stesso potrebbe attaccarmi , loro giustificano questo atteggiamento dicendo che probabilmente i suoi precedenti padroni lo hanno picchiato all` interno del box.
Un altro suo atteggiamento e agitarsi quando gli si stringe il sottopancia indipendentemente che lo si stringa forte o lo lo si allacci solamente.
Ultima cosa quando il cavallo indossa la testiera il suo atteggiamento muta completamente diventa docile e mansueto.
Io non voglio diventare come San Francesco e parlare con gli animali , ma vorrei riuscire ad ottenere dal mio cavallo maggiore fiducia e vorrei provare a renderlo piu` tranquillo .
Spero tu possa darmi qualche consiglio grazie.

  • Ospite ha scritto 22 anni fa

Carissimo Carlo complimenti per la realizzazione del suo sogno! Mi ricordo quando comprai la mia cavalla… (ero anch’io neofita)… mi sentivo iper responsabilizzata dal fatto di “possedere” un animale tanto grande: dissi a me stessa che con tanto amore ed attenzione avrei imparato ad essere una “brava mamma”…. Ed adesso sono la zia di decine e decine di creature equine che per fortuna riesco ad aiutare a stare meglio! Non ci sono parole, potere condividere la vita con il proprio cavallo è un’emozione enorme e diversissima da quella di condividere la vita con un cane o un altro animale! Complimenti! Prima di iniziare a risponderle la prego di accettare le mie scuse per il ritardo davvero enorme, con cui le scrivo. Punto 1) orecchie all’indietro e sguardo minaccioso dal box. Direi che sono in parte d’accordo con il parere che le hanno dato al maneggio: ovvero che il cavallo ha subito una brutta esperienza dentro il box e , di conseguenza, si difende perché sa di non avere altra scelta. Tento di spiegarmi meglio: se il cavallo ha paura come prima reazione ha quella di fuggire, se non può fuggire vede se è possibile un compromesso, se non è possibile un compromesso allora deve difendersi (per non morire , pensa!), se perde nella lotta si lascia morire. Detto questo lei capirà bene come un cavallo che “attacca” o “si difende” tentando d’intimidire, è un cavallo a cui non è stata data possibilità di fuga o chance per un compromesso! Sicuramente ha vissuto un addestramento troppo duro per il suo carattere ed ha imparato a reagire così: questo lo conferma anche il fatto che con la testiera… è un agnellino! Di solito i cavalli domati duramente con la testiera sono agnellini perché sanno di dovere rispettare gli ordini, altrimenti…..! Il punto, a mio parere, è quello di aiutarlo però a superare queste paure ed a riprendere o cominciare , una vita serena in armonia con l’Uomo e quindi con lei, Carlo! Io le consiglierei di andarsi a leggere la mia risposta per “amico che mordicchia”, e nel suo caso la userei quando il cavallo fa le facce nel box: usi i gesti in modo molto dolce ed smorzato perché se no il cavallo potrebbe pensare che anche lei vuole picchiarlo. Quando entra nel box per mettergli la capezza (si assicuri che ci sia qualcuno con lei… in caso di bisogno!), non vada verso di lui guardandolo negli occhi e costringendolo in un angolo: piuttosto entri e si giri di spalle offrendogli la capezza alla sua destra, ogni volta che il cavallo si allontana da lei , senza guardarlo, sposti le braccia con le mani che reggono la capezza , verso di lui, ed appena (immediatamente) le da attenzione si allontani di nuovo alla porta. Quando poi lui si avvicina a lei, gli faccia una carezza e gli dica bravo ed esca dal box. Mi raccomando calmo e tranquillo, comunicando con la voce ed i gesti rilassatezza e assenza completa di ordini e pretese… bisogna solo proporre e congratularsi con lui (abbondantemente) quando fa un passo verso l’accettazione della capezza e di noi : ovvero quando fa un passo verso di noi! E’ il cavallo che deve venire da noi e non noi ad andare da lui: altrimenti si sente braccato: noi siamo predatori!
Se riesce a fare questo lavoro ne trarrà gran beneficio nel rapporto e nel lavoro con il suo cavallo ( a proposito, come si chiama?). Fatto questo (magari in due o tre sessioni di lavoro di circa 15 minuti l’un a) …. quando lui appoggerà il naso alla capezza, noi gliela possiamo mettere su: attenzione, è possibile che il cavallo sia stato picchiato sulle orecchie e quindi non ami farsele toccare, in tal caso per aiutarlo infilargli la capezza aperta e poi fatta passare dietro la nuca, legargliela sulla guancia sx! Punto 2) sottopancia. I cavalli sono molto sensibili nella zona del sottopancia e spesso invece gli viene tirato il sottopancia in modo netto e troppo stretto. Anche questo è un problema legato alla doma! Da lontano è tutto difficile perché non vedo con i miei occhi e potrei anche sbagliare. Ma direi che prima di tutto valuti se un agnellino intorno al sottopancia potrebbe evitare il fastidio, altrimenti consideri come il box… che il cavallo ha connesso a sella e compagnia tutta una serie di esperienze negative e/o dolorose e che , pertanto, tenta di allontanarsene. Si avvicini come per stringerglielo ed una frazione di secondo prima che il cavallo reagisce, lei si allontani. Lo faccia qualche volta finché vede che il cavallo non fa più una piega (di solito si cominciano a muovere prima che arriviamo sul fianco e quindi è un buon risultato anche andare sul fianco fino alla sella senza che il cavallo si muova). SE lui si muove, con serenità e senza braccarlo, lo seguiamo e stiamo “appiccicati” a lui finchè non si ferma o accenna a fermarsi. Allora ci allontaniamo di due o tre passi. Senza guardarlo negli occhi lo richiamiamo con la longhina a noi (senza tirare – solo un “richiamo”) e quando si avvicina senza guardarlo negli occhi, una bella carezza. E ci allontaniamo di un altro passo. Ricominciamo il lavoro fino a quando il “ragazzo “ non reagisce più allora cambi discorso e lo porti a mangiare l’erba, per esempio! E poi di nuovo. Fino a riuscire passo per passo e stringergli il sottosella piano piano e sempre congratulandosi molto con lui per i risultati raggiunti! Faccia sessioni di lavoro brevi, non arrivi ad annoiare il cavallo. Miri ad un apprendimento lento ma costante e si congratuli sempre per i miglioramenti. Non è facile spiegarlo per iscritto. Spero di essere stata chiara e rimango comunque a sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Si ricordi di non fare l’eroe: se non si sente di fare un lavoro o non si sente quel giorno di farlo: non lo faccia, mi chiami e vengo ad aiutarla io! Non corra pericoli inutili: altrimenti mi spaventa il cavallo! SCHERZO!!! Un caro augurio di buon lavoro. Susanna Li Mandri.

  • Ospite ha risposto 22 anni fa

Non posso che ringraziarla per i consigli che mi ha dato.. purtroppo per lei pero` credo che approfittero` ancora delle sue conoscenze disturbandola ancora..
Il nome del mio cavallo e` borsalino ma per gli amici lino!! sono sicuro che con un po` di pazienza e costanza riusciro` ad instaurare un buon rapporto con lui.
La ringrazio nuovamente per i suoi consigli e la saluto!!

carlo

  • Ospite ha risposto 22 anni fa

caro Carlo, sono a disposizione quando avete bisogno. Buon Lavoro Susanna

  • Ospite ha risposto 22 anni fa
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